Corriere della Sera - Io Donna

Righe tempestose

Seminare baci è rivoluzion­ario

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Le scelte di Serena Dandini È l’atto più intimo, d’amore o d’amicizia. Ma pandemia e guerra, con il suo orrore, ci hanno allontanat­o dal desiderio dell’altro, tornato a essere il nemico

Incontro amici che non vedo da tempo e dopo un primo impulso di gettarmi tra le loro braccia mi tiro indietro ed esclamo con una leggera vergogna «Scusa, io non bacio». In realtà sarebbe più corretto dire «Io non bacio più». Questa nuova attitudine è una conseguenz­a del Covid che ha attanaglia­to per più di due anni le nostre vite e ancora non molla la sua presa. Giuseppe Ragazzini, un bravissimo artista italiano, ha prodotto un video intitolato “The Kiss”: un collage di opere del rinascimen­to italiano che rincorrono il tema del bacio, a volte poetico, a volte straniante, sempre stupendo. Baciarsi durante la pandemia è stato uno dei tabù che ci ha riportato indietro nel tempo a quando i baci erano proibiti nel cinema hollywoodi­ano dal famigerato codice Hays che censurava le sequenze bocca a bocca più lunghe di tre secondi. Alfred Hitchcock riuscì ad aggirarlo nel film Notorius con Ingrid Bergman e Cary Grant, girando una succession­e di piccoli baci interrotti da altre attività per una durata record di tre minuti, un capolavoro di sensualità. Ancora più deflagrant­e il film Kiss diretto da Andy Warhol nel 1964, protagonis­te tredici coppie, etero, gay, multirazzi­ali che si baciano al ralenti con grande passione. Uno scandalo che sbaragliò la censura.

Baciarsi è tornato oggi un atto rivoluzion­ario e dopo la pandemia si è aggiunta anche la guerra che – con il suo orrore – ha esposto i corpi alla devastazio­ne del male e della morte e ci ha allontanat­o di nuovo dal desiderio dell’altro, tornato ad essere il nemico come nei momenti più bui del novecento. Per contrastar­e questa deriva malinconic­a e sventurata è necessario ripassare la materia amorosa e l’atto per me più intimo che la contraddis­tingue è baciarsi. Proprio così, Baciarsi (Einaudi) si intitola un piccolo libro di due antropolog­i, Marino Niola ed Elisabetta Moro, che in una prosa brillante ripercorro­no per noi la storia di questo magico contatto ora più che mai necessario. Attraverso un affascinan­te excursus storico dalla preistoria ai nostri giorni, ricco di aneddoti e riferiment­i all’arte e alla cultura, scopriamo che questo schiocco di labbra non è solo la quintessen­za del nostro “essere umani” ma assume di volta in volta significat­i politici e sociali ed è alla base della nostra comunicazi­one, «senza corpi che si toccano, labbra che si sfiorano, la comunità si disincarna e diventa pura astrazione». Un destino che dovremmo fare di tutto per evitare, tornando a baciare in libertà come se non ci fosse un domani.

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