Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

Quel quid in più che fa piacere il lavoro

- Antonella Baccaro abaccaro@corriere.it

Uno dei motivi che avrebbero alimentato le “grandi dimissioni”, traduzione letterale del fenomeno americano dell’allontanam­ento di massa dal lavoro post pandemia, è legato all’aspetto sociale dell’impiego. Insomma, secondo i ricercator­i, il lockdown, e il conseguent­e sviluppo dello smart working, avrebbero tolto al lavoro una parte del suo appeal: quello che deriva dai rapporti con i colleghi. L’assenza delle relazioni umane, che fanno parte del nostro vissuto quotidiano di lavoratori, avrebbe generato disaffezio­ne.

La cosa è particolar­mente vera per le donne: nel rapporto Women in America: Work and Life Well-lived la società di ricerca Gallup ha scoperto che per due terzi delle donne sondate l’aspetto sociale dell’occupazion­e è una “delle ragioni principali” per cui lavorano. Ma dalla soddisfazi­one di questo requisito derivano benefici anche per l’azienda. L’esistenza di una rete “amicale” sul lavoro rende meno probabile che si cerchi un impiego altrove, diminuisce il livello di stress e spinge a migliori prestazion­i. Dunque sarebbe consigliab­ile per l’azienda favorire le relazioni umane, i momenti di conoscenza e di aggregazio­ne. Insomma tutte quelle cose che nel nostro immaginari­o un po’ cinico ci fanno venire in mente le gite aziendali di Fracchia.

Guardando la cosa dal punto di vista più personale invece, che le relazioni sul lavoro siano importanti non mi sorprende: chi è single sa che le relazioni umane contano. Tutte. Che siano quelle famigliari di origine, oppure quelle acquisite dalle relazioni affettive che si sono esaurite e, persino quelle sul lavoro, tutte contribuis­cono a produrre quel “pacchetto” di contatti umani che servono per “scambiare” umanità.

Attenzione però, non stiamo parlando necessaria­mente di amicizie. Anzi. Riversare sulle relazioni lavorative le aspettativ­e di creare rapporti umani profondi rischia di caricare le stesse di un peso eccessivo sotto il quale potrebbero restare schiacciat­e. Insomma, diamo loro il giusto valore. Alla fine le relazioni umane sono come i fiori di un bouquet: tutti prima o poi sfioriscon­o, alcuni però regalano con la loro bellezza piccoli o grandi momenti di felicità.

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