Corriere della Sera - Io Donna
L’opera d’arte (collettiva) da record
A fine estate inizierà a Catania, nel quartiere Librino, l’allestimento della “Porta delle Farfalle”, ulteriore tassello della più grande scultura contemporanea del mondo in bassorilievo ceramico, nata dall’idea del mecenate Antonio Presti
Sono dovuto tornare a Catania per vedere, dopo il lungo letargo, il risvegliarsi della vita in un quartiere che da sempre è ostaggio della criminalità, nella distanza dalle istituzioni e nella rassegnazione dei cittadini. Lo denunciano i giornali che registrano una volta l’assalto all’ufficio postale, una volta un conflitto a fuoco, un’altra i cassonetti in fiamme, un’altra lo spaccio di droga. Eppure tutto era partito nel segno della più alta modernizzazione. Il quartiere Librino è infatti stato progettato dal celebre architetto giapponese Kenzo Tange e, come nelle megalopoli, ha un numero variabile di abitanti: 35mila ufficiali, forse 80mila reali.
Il progetto originale prevedeva larghe strade e isole alberate, nonché istituzioni sociali, scolastiche, religiose e amministrative tali da renderlo perfettamente autonomo dalla città.
Nella scelta della zona non si tenne però conto del problema del forte inquinamento acustico prodotto dagli aerei che decollano e atterrano nel vicino aeroporto di Catania-fontanarossa. È evidente che non si poteva pensare a un insediamento abitativo di pregio.
Decenni di abbandono e degrado dei pur moderni edifici e delle strutture urbanistiche del quartiere hanno favorito la criminalità comune e organizzata.
Per invertire la tendenza un grande mecenate, Antonio Presti, romantico ideatore della Fiumara d’arte, ha fatto di Librino il primo cantiere d’arte contemporanea non solo di Sicilia, ma anche d’italia, utilizzando come supporto il lungo muro in cemento dell’asse di attraversamento viario: ecco “la più grande scultura in bassorilievo ceramico di arte contemporanea al mondo”, realizzata con 9mila formelle in terracotta da 15 artisti, in collaborazione con duemila mamme e duemila bambini, e che avrà ora un seguito, con la realizzazione della “Porta delle Farfalle”. «Sommando la nuova Porta con quella già preesistente avremo oltre 1,5 chilometri di bellezza, una vera muraglia dedicata all’anima» dice Presti.
Andai a vederla con lui anni fa, e fui colpito dalla fantasia spontanea che aveva guidato l’impresa. I bambini sono naturalmente artisti, esprimendo quella creatività che l’età adulta comprime o cancella. Felice l’intuizione di Presti, che non poteva fermarsi lì e, dopo 10 anni, ne ha inventata un’altra: l’illustrazione di un moderno cantico delle creature attraverso mille ritratti. Così, nella primavera del 2019, non potendo immaginare il lungo silenzio che sarebbe seguito, i giovani dell’orchestra dell’istituto Angelo Musco hanno intonato: «Dolce sentire come nel mio cuore,/ ora umilmente sta nascendo amore». Perché dolce è capire che non siamo soli, ma parte di una immensa vita. Il “Cantico di Librino” invade il quartiere di buoni propositi, rinnovando quella condizione spirituale - etica ed estetica - che ha le radici non solo nel concetto di recupero, ma nel rispetto del prossimo.
I bambini sono essenziali al progetto. Ed è una festa di immagini di un popolo che non si nasconde mostrando orgoglio e coraggio. Ogni uomo è un’opera d’arte, ogni uomo è custode della propria vita. Gli abitanti di Librino ci hanno messo la faccia, in un fervore di ritratti fotografici di Arianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, e con la partecipazione del fotografo franco-iraniano Reza Deghati e del fratello Manoocher. È l’idea di un’opera d’arte collettiva.
Presti osserva: «L’opera d’arte non sono le fotografie, non è l’installazione, bensì tutti gli abitanti di Librino. Un’opera dell’universo, con le parole di San Francesco».
È così vero che, a più di mille chilometri, a Stienta (in provincia di Rovigo, il paese dove ha vissuto la giovinezza mio padre), il disegnatore Pier Maria Romani ha concepito negli anni un’idea analoga: disegnare il volto di tutti i suoi concittadini. Fino a oggi 1.200 ritratti per una estensione di 146 metri. Sono tutti con lui , si affacciano dalle finestre: sono il Paese reale. Sono i cittadini di Stienta e sono gli ospiti che arrivano fino all’argine del Po. La comunità di abitanti e di amici. Da Catania a Stienta. L’umanità delle persone semplici e orgogliosamente protagoniste. Gli artisti e fotografi non devono andare lontano. Devono avvicinarsi e documentare la vita quotidiana.
Uno dei disegni preparatori per la “Porta delle Farfalle”.