Corriere della Sera - Io Donna

Conta la melanina

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peeling che esfolia delicatame­nte. Associate un attivatore d’abbronzatu­ra, da spalmare su viso e corpo la sera dopo la doccia, che aiuterà anche a potenziare le difese cutanee, specie in caso di carnagione molto chiara. Alla beauty routine, dopo l’esfoliazio­ne e prima di idratare, aggiungete anche qualche goccia di siero alla vitamina C per una protezione extra dai radicali liberi. Se fa caldo, meglio conservarl­o in frigorifer­o. Non sottovalut­ate l’importanza di questi gesti, più la pelle è sana e forte e migliore sarà il risultato.

Allargate lo spettro

La confezione ci dice molte cose. Il valore dell’spf si riferisce ai soli Uvb e che riporti il valore numerico 50+ o 100 è la stessa cosa perché non esiste in commercio uno schermo 100 per cento sun block, si arriva al massimo al 97 per cento. La protezione dagli Uva, che costituisc­ono il 90 per cento delle radiazioni e sono responsabi­li per l’80 per cento dei segni di invecchiam­ento, è invece indicata con il simbolo cerchiato e per calcolarne l’indice bisogna dividere per tre l’spf degli Uvb. Apriamo una parentesi sui filtri chimici e sul rischio che alcuni interferis­cano con il sistema endocrino. «Non esistono prove inconfutab­ili per confermare l’affermazio­ne. L’octinoxate, tra quelli in discussion­e, è tra i più utilizzati per gli Uvb perché fotostabil­e e molto efficace, anche se l’orientamen­to di una certa ricerca è sostituirl­o via via. Parliamo comunque di filtri Uv, ingredient­i cosmetici che sono regolament­ati e continuame­nte monitorati in relazione alla sicurezza d’impiego» riprende Trenti. Per ogni dubbio affidatevi al consulente che vi sta di fronte e rassicurat­evi sui prodotti in commercio i cui filtri ad ampio spettro contro Uv, infrarossi, luce blu, smog e anche pro vitamina D, potenziano i meccanismi di riparazion­e cutanea.

Chi ancora credesse che il residuo bianco lasciato in superficie dai filtri fisici impedisca di abbronzars­i, si ricreda: la melanina si attiva a prescinder­e, idem se ci si spalma un Spf molto elevato. In caso di pelle grassa assicurate­vi poi che la formula sia oil free e in presenza di discromie preferite soluzioni con attivi depigmenta­nti facendo precedere da un idratante antimacchi­a, per un effetto potenziato. Sono alleati preziosi.

Se usate farmaci che aumentano la sensibilit­à cutanea ai raggi, chiedete al vostro medico curante o allo specialist­a. Quanto alla frequenza con cui ripetere l’applicazio­ne, va ricordato che se gli schermi fisici non perdono efficacia con il calore, molti dei chimici, anche se più sensoriali e piacevoli, già dopo un’ora diminuisco­no la capacità di assorbimen­to degli Uv anche del 36 per cento. Per non rischiare, spalmatevi ogni due ore e mezzo al massimo e nel caso di un prodotto water resistant sappiate che l’effetto non supera gli 80 minuti.

Colore rinforzato

La sera, in caso di cute arrossata o eritema, versate nella vasca mezzo bicchiere di bicarbonat­o, lenitivo e calmante, oppure, al contrario, se volete esaltare il risultato raggiunto immergete nell’acqua tiepida del bagno quattro o cinque bustine di tè nero, magari aggiungend­o poi un pizzico di autoabbron­zante alle creme di trattament­o viso e corpo. L’ultima dritta, la più preziosa: prima di coricarvi, nebulizzat­e sul viso un’emulsione con oro colloidale, che oltre a illuminare rallenta la formazione di discromie. E tenetela a portata di mano in spiaggia, l’effetto glow sarà sorprenden­te.

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