Corriere della Sera - Io Donna

Bagno di sole

Non è vietato ai minori. Solo, bisogna andarci cauti. E preservare i piccoli dai raggi diretti prima dei quattro anni. Oltre a rinfrescar­li di continuo

- Di Giovanna Maffina

che (fortunatam­ente) continua a fare notizia, un altro che molti ancora ignorano. Perché se è risaputo che le ustioni solari in età pediatrica sono terreno fertile per sviluppare problemi cutanei, anche seri, nel corso della vita, meno si sa del fatto che i bambini d’oggi, trascorren­do all’aria aperta un’ora in meno al giorno rispetto a dieci anni fa, sono carenti di vitamina D. Colpa di tablet e videogioch­i. La soluzione c’è: sensibiliz­zare i genitori perché usino il buonsenso.

Accanto a un tema Occhio ai primi tre

anni prima di esporre il piccolo al sole» spiega Aurora Garré, medical marketing manager di Isdin. Sì ai raggi allora, ma con tutti gli accorgimen­ti del caso. Partendo dall’spf, che non deve mai scendere sotto il 50, specie in montagna e anche sotto l’ombrellone, essere water resistant, senza profumo e allergeni. Le formule più nuove resistono all’acqua fino a 80 minuti, sono anti-sudore, antisale e anti-cloro, e mantengono costante l’idratazion­e, specie nei neonati soggetti a disidratar­si. L’associazio­ne con acque spray da spruzzare prima del solare su viso e corpo rinfresche­rà evitando il colpo di calore.

No tassativo, naturalmen­te, alla fascia oraria più insidiosa, che per gli under 6 si prolunga dalle 10 alle 16. Sì, invece, a magliette, cappellini e occhiali.

Vai di schermo

La frequenza d’applicazio­ne non cambia rispetto a quella degli adulti: ogni due ore se c’è esposizion­e diretta o se il bimbo sta facendo attività all’aperto, anticipand­o in caso di sudorazion­e o bagno. Sulla scelta del filtro, fisico o chimico?, campo libero. «I primi vengono utilizzati preferibil­mente nei neonati o in caso di accertata allergia agli altri. Il limite è nel comfort cosmetico, ma le nuove formule sanno come minimizzar­e la patina biancastra» prosegue Garré.

Siate generosi

Soggettiva è anche la scelta della texture. «Nei bambini in età scolare vengono utilizzati formati spray per incoraggia­rli ad applicarli da soli» chiude l’esperta. Piacciono perché non ungono e non appiccican­o, ma almeno i primi giorni evitate quelli trasparent­i e prediliget­e le texture bianche, per non correre il rischio di lasciare parti scoperte, spruzzando generosame­nte su viso e corpo. Il consiglio più importante? Non abbassate mai la guardia.

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«Fino all’anno di età non c’è produzione di melanina e ciò aumenta il rischio sia di scottature, anche gravi, che di colpi di calore. Progressiv­amente la capacità si affina ma continuand­o la pelle a essere più sottile di quella dell’adulto, avrà un effetto barriera ridotto. In linea generale, meglio aspettare i tre 4 5
NIVEA. «Fino all’anno di età non c’è produzione di melanina e ciò aumenta il rischio sia di scottature, anche gravi, che di colpi di calore. Progressiv­amente la capacità si affina ma continuand­o la pelle a essere più sottile di quella dell’adulto, avrà un effetto barriera ridotto. In linea generale, meglio aspettare i tre 4 5

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