Corriere della Sera - Io Donna
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Scaldano, levigano, perfezionano. E poi si fondono, trasformando tutto in oro. Sono le terre e le polveri abbronzanti, regine del trucco estivo, che vestono la pelle di un’aura statuaria. Anzi magica, complice l’armocromia
che prendere il sole, l’astro di luce, faccia avere un contatto diretto con l’elemento del fuoco, seppure a distanza. Qualcosa di potente, quasi mistico, di sicuro molto energetico. Sarà per questo che ci si sente “divine”, appena la pelle diventa dorata? I make up artist, tecnicamente, concordano: l’abbronzatura è, di fatto, una splendida maschera. «La melanina che pigmenta la pelle dà intensità, alza i contrasti, sfuma le piccole imperfezioni, fa apparire perfino il sorriso più bianco e gli occhi più luminosi» racconta Hung Vanngo, tra i più richiesti per i red carpet a Hollywood. Bisogna tenerne conto, eccome, nel trucco, che ogni estate ricrea la magia in formato polvere.
Leggende dicono Il tramonto addosso
La tendenza è già servita, si chiama “sunset skin” e indica un make up bronze che scalda la pelle con le sfumature dell’ora del tramonto. Solo in quel momento la luce dorata, bassa sull’orizzonte, rende bellissime in foto, senza ombre né difetti, solo radiose. Come si fa? «Consiglio di applicare su tutto il viso un bronzer satinato, leggermente brillante, non troppo più scuro del colorito naturale ma tendente all’oro. Regala un bagliore diffuso, effetto aura a ogni movimento» continua Vanngo, che ha creato lo stesso make up al Festival di Cannes su Diane Kruger,
Elsa Hosk e Julianne Moore. «Ricordiamo che l’abbronzatura tende ad appiattire i lineamenti. Serve dunque intensificare le ombre, con uno uno stick da contouring color cioccolato, da sfumare bene sotto lo zigomo, sul ponte del naso, all’attaccatura dei capelli, per dare tridimensionalità». Ora, i colori del cielo: un blush rosa vivido, meglio se in crema. «A centro guancia sfumando verso l’alto e la tempia, effetto leggera scottatura». Tocco finale, il bagliore dell’ultimo sole: un goccio di illuminante applicato con un dito inumidito, solo sull’osso zigomale.
Armocromia solare
Dorate? Non per forza. Si può anche avere un’abbronzatura ... fredda! Non è un paradosso, ma questione di “stagione” di appartenenza. Ce lo conferma Rossella Migliaccio, super esperta di Armocromia, ovvero lo studio dei colori che valorizzano al meglio. Da poche settimane è disponibile negli store Sephora il suo servizio di “armomakeup” che aiuta a scegliere una volta per tutte i prodotti più giusti per la propria pelle (e non solo). Ma capiamo meglio. «Il colorito estivo di una donna “inverno”, algida, o di una “summer”, rosata fredda, è molto diverso da quello bronzeo di una “autunno”, o da una “primavera”, che tende al miele». In genere, «per le donne delle due stagioni fredde, cioè inverno ed estate, terre e bronzer non dovrebbero mai essere molto più scuri dell’incarnato e avere sempre dei sottotoni altrettanto freddi, cioè sabbia, avorio, biscotto, mai
tendenti al giallo o all’arancio. Così i blush, rosa seta e confetto, e gli illuminanti, perla o platino» spiega Rossella. Al contrario, «le più calde autunno e primavera puntino su cialde cariche d’oro giallo, rosé, bronzo. I blush saranno rosa pesca, albicocca, poi passare ai corallo quando l’abbronzatura è al top».
Questione di finish
Facile dire terra: esistono formule mat, satinate, glitterate. Come orientarsi? «In genere le cialde opache servono per intensificare il colorito e si utilizzano o come base uniforme leggerissima, ideale sulle pelli impure, o come contouring» spiega Massimiliano della Maggesa, make up artist Collistar, brand che infatti ne propone in tre finish.
«Le satinate, una via di mezzo tra opaco e brillante, effetto seta, sono le più facili da utilizzare. Anche da sole, hanno una resa molto naturale sulla pelle. Le più scintillanti, con perlescenze più grandi e volatili, andrebbero usate quasi fossero illuminanti. Ottimo combinarne due: mat per scolpire, iridescente per dare luce, anche sul décolleté».
Nuove forme della materia
E poi c’è l’evoluzione cosmetica, che regala sorprese. Come la polvere che diventa crema, poi “nulla”. Ė il caso di Les Beiges Maxi Poudre Belle Mine Ensoleillée, nuova maxi terra Chanel, già must. «Una poudre ibrida, morbida, da stendere a movimenti circolari col pennello kabuki finché si fonde, radiosa» dice Gianandrea Ghiardello, national make up artist della maison. Extra glow? «Prima, bastano due gocce di Huile Illuminatrice, primerilluminante in olio, altrettanto trasformista. Evanescente, diventa un riflesso gold».