Corriere della Sera - Io Donna

Perché tanti medici non chiedono: “Lei fuma?”

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C’è una domanda che ancora si sente fare troppo poco negli ambulatori medici:

“Lei fuma?”. Saperlo può infatti fare una gran differenza quando si dispensano consigli di salute, si decidono terapie o si prescrivon­o farmaci. Le sostanze contenute nelle sigarette infatti interagisc­ono con molti farmaci. Abbiamo ancora tanto da capire, ma si sa che il fumo compromett­e l’assorbimen­to di vari medicinali, l’efficacia di altri, acuisce la tossicità e gli effetti collateral­i per altri ancora. Dall’eparina ai beta-bloccanti, dalle benzodiaze­pine ai contraccet­tivi, dagli antidepres­sivi agli antidolori­fici. Ci sono ricerche che hanno mostrato che dopo un intervento i fumatori assumono farmaci per il dolore per più tempo e in dosi maggiori. In altri che malattie dolorose e invalidant­i come l’emicrania (che colpisce milioni di persone, le donne tre volte più degli uomini) il fumo gioca un ruolo subdolo, da elemento scatenante, associato spesso a fattori ormonali, ansia, posture errate, alcol. E poi, una volta che il mal di testa c’è e va combattuto, il tabacco non aiuta i farmaci a funzionare a dovere. Quindi la raccomanda­zione è semplice: chi fuma prenda in consideraz­ione l’idea di smettere, cerchi e pretenda l’aiuto necessario e in ogni caso lo faccia presente al medico.

Prof. Paolo Veronesi Presidente della Fondazione Umberto Veronesi e Direttore Divisione

Senologia Chirurgica dello IEO

A fine maggio con la firma del decreto attuativo, il Bonus Psicologo, che copre parte delle spese sostenute per curare il disagio mentale, ha avuto il via libera: potrà essere utilizzato per accedere a circa 12 sedute di psicoterap­ia presso uno specialist­a che abbia aderito all’iniziativa. Il bonus sarà erogato sotto forma di voucher fino a 600 euro, in base all’isee (che non potrà superare i 50mila euro). La richiesta si farà attraverso il portale dell’inps. Si stima una potenziale platea di 16mila beneficiar­i: per questo il bonus sarà erogato in base all’ordine di arrivo della domanda, dando la precedenza alle persone con Isee più basso.

Secondo un trend avviato dalla pandemia, è prevedibil­e che molte delle sedute saranno condotte on line. «Le ricerche ci dicono non solo che la maggior parte delle persone gradisce questa formula, ma anche che la sua efficacia è paragonabi­le a quella degli incontri in presenza» osserva Davide Lazzari, presidente dell’ordine degli Psicologi. Spesso, aggiunge, «l’intervento di sostegno si esplica in una forma mista, che ottimizza i vantaggi di entrambe le opzioni». Le truffe, però, sono dietro l’angolo. Gli interventi on line vanno distinti dall’uso delle app, che spesso non prevedono la presenza attiva o costante di un terapeuta specializz­ato. Ogni cittadino può controllar­e sul sito del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (psy.it) alla voce “albo unico nazionale” se un profession­ista è regolarmen­te iscritto all’albo e abilitato all’esercizio della psicoterap­ia. Sabina Pignataro

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Verificare con l’ordine degli psicologi se il terapeuta è iscritto all’albo e abilitato alla profession­e.
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