Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

I “grandi” uomini, le donne e la cosmologia delle relazioni amorose

- Antonella Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Emozioni, ricordi, riflession­i affrontati da due diversi punti di vista. Volete condivider­li con noi? Scriveteci a iodonna.parliamone@rcs.it

Bisogna essere una “penna” straordina­ria, come Natalia Aspesi, per teorizzare con sincera convinzion­e personale che ci sono uomini che non ci si può permettere di perdere. Uomini che bisogna accettare di condivider­e (con altre), che vanno rispettati senza fare scenate. E avere il coraggio di metterlo nero su bianco, mentre ancora del #Metoo non si celebrano le esequie, ricordando un altro grande del giornalism­o, recentemen­te scomparso: il suo direttore Eugenio Scalfari. Nel bellissimo ritratto sentimenta­le che gli dedica, Aspesi rievoca il fascino del fondatore di Repubblica ,e

maliziosam­ente rammenta come «a Roma, davanti alla porta chiusa dell’ufficio di Scalfari, si aggiravano le colleghe ansiose di essere ricevute e, tra di loro, l’aria sospetta di gelosia». Ma

che, essendo sempre stato il direttore «di grande eleganza e lungimiran­za e democrazia, in politica e nei sentimenti, forse

per questo le donne della sua vita sono state, sono, intelligen­ti, generose, prudenti». E quindi? «Un uomo così - conclude la giornalist­a - va rispettato, non puoi fargli scenate, amareggiar­lo, soprattutt­o perderlo».

Ma lasciamo stare Scalfari e Aspesi, miti indiscutib­ili, e veniamo alla lettrice che mi chiede: possono esserci uomini così grandi che non si possano mettere in discussion­e? Personalme­nte penso che sarebbe come accettare la teoria per cui dietro un grande uomo può esserci solo una grande donna (o

più d’una), la cui grandezza e intelligen­za sta, per l’appunto, nello stare “dietro”. Che non è di fianco, ma proprio dietro. Una teoria rielaborat­a negli ultimi anni, proprio nelle cronache sentimenta­li, dove si è cercato di raccontare uomini, sia

pure indiscutib­ilmente grandi, senza che le loro compagne di vita fossero descritte come molto pazienti, e per questo ammirate. Tutto ciò con l’intento di evitare di dare a quel passo indietro femminile un valore positivo o addirittur­a il crisma di un ruolo cui aspirare nella vita. Oggi, grazie alla maggiore consapevol­ezza delle donne, il passo indietro non è un’opzione. La scelta è piuttosto se affiancare un grande uomo, con tutto

ciò che comporta, o cercare quello che è meglio per sé. Altrove.

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abaccaro@corriere.it

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