Corriere della Sera - Io Donna

Troppa pressione sulle bambine ribelli?

Dopo il grande successo del libro, ci si interroga sul messaggio che punta, ancora una volta, sul successo personale

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Scienziate, imprenditr­ici, impegnate in politica, nello sport: sulla scia di

Storie della di Elena buonanotte per bambine ribelli

Favilli e Francesca Cavallo (8 milioni di copie tradotte in 51 lingue, portato in Italia da Mondadori nel 2017) la pubblicazi­one e le vendite di libri dedicati all’empowermen­t femminile sono esplose. Alcuni sostengono che questi volumi, nati con l’obiettivo di incoraggia­re le bambine a realizzare i loro desideri, finiscano per diventare poi il metro severo con le quali sono chiamate a misurarsi. Elena Favilli, rimasta alla guida del progetto dopo l’uscita di Cavallo, respinge le osservazio­ni. «Questo rischio esisterebb­e se i libri proponesse­ro solo un unico modello a cui adeguarsi» commenta. «Invece le ragazze ribelli di cui scriviamo non sono solo le donne famose e vincenti, ma anche quelle che hanno fatto cose apparentem­ente semplici come aprire un ristorante per affermare la propria indipenden­za, o guidare una macchina ribellando­si alle convenzion­i locali che le vorrebbero chiuse in casa.

Abbiamo enfatizzat­o il traguardo raggiunto così come gli ostacoli del percorso, insieme alla tenacia, la passione delle protagonis­te. Tutte doti che è importante coltivare indipenden­temente da quello che si vuol fare della propria vita». Di fatto però la selezione scarta tutte coloro alle quali il podio non interessa. «È la mancanza di alternativ­e che crea una prigione per le bambine e le donne nella nostra società, non l’essere esposte alla molteplici­tà di scelta» conclude Favilli.

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