Corriere della Sera - Io Donna
Alessandra Miletto
Ha reso la fotogenica Valle d’aosta protagonista, con le produzioni della serie tv Rocco Schiavone e del film Le otto montagne. Ma la direttrice della Film Commission Vallée d ’Aoste ha una passione vintage: il cinema muto
Rocco Le otto
ore 7.15
«Bevo un’enorme tazza di caffè americano con pane tostato e burro di arachidi e poi esco nei prati intono alla mia casa di La Salle, Courmayeur, con Janis Joplin: l’ho adottata da un allevatore - musicista - che ha battezzato tutti i suoi cani con nomi di rocker!».
ore 9
«Raggiungo in auto l’ufficio di Aosta e verifico l’agenda con il mio braccio destro, Monica. Quando iniziai a collaborare con Film Commission, dieci anni fa, mi fu subito chiaro che per rendere appetibile un territorio così piccolo, fragile e connotato come quello valdostano non fosse sufficiente un sistema, per quanto premiante e ben congegnato, di soli finanziamenti. Mi sono attivata per creare un network istituzionale e di protocolli condivisi coi comuni e rendere la Valle d’aosta più “cinema-friendly”. Mi sono concentrata sulle attività di formazione per offrire alle produzioni tutte le professionalità in loco, dagli artisti alle maestranze. Stiamo cogliendo i primi frutti: uno dei film (Lo Combat) che è stato presentato in concorso alla 25° Festival del Gran Paradiso, che chiude domenica 7, è diretto da Gaël Truc, un giovane valdostano che abbiamo fatto crescere noi. Per ripopolare la montagna è prioritario offrire ai giovani delle alternative al settore turistico».
ore 12.30
«Se non sono al seguito di una troupe, un’attività che ci assorbe completamente e che ho molto praticato nella mia esperienza come location manager, consumo un pasto frugale alla scrivania guardando un film o una serie. Mi sta piacendo molto After Life di e con Ricky Gervais, su Netflix».
ore 14.30
«Da cinefila quale sono, collaboro spesso alla selezione e alla promozione delle rassegne cinematografiche che si organizzano sul territorio. In questi giorni mi divido tra il Cervino Cinemountain, il festival delle “Terre Alte” (Valtournanche 6-13 agosto), e la rassegna di film muti musicati dal vivo Strade del Cinema (Aosta, fino al 10 agosto). Il cinema muto è una mia grande passione, cui ho dedicato la tesi di laurea. Viaggio spesso. Per lavoro frequento tutti i maggiori festival di cinema internazionali. L’emozione della proiezione a Cannes di Le otto montagne, diretto da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, è stata indescrivibile. Lo sento un po’ come un figlio, mio e della Valle d’aosta, la co-protagonista di un film che trovo, sapendo di essere di parte, molto ben fatto. Amo l’atmosfera che si respira a Venezia e a Berlino, città che mi piace esplorare nei ritagli di tempo, e vado sempre con piacere dai colleghi sardi di Crêuza de Mä, il festival delle colonne sonore».
ore 19
«L’alternativa ai picchi di mondanità è lo starmene a casa col mio compagno; cuciniamo insieme, coi prodotti dell’orto di mio papà, o guardiamo un classico».
ore 23.30
«Mi preparo una tisana e vado a letto a leggere, sto finendo la bellissima Trilogia di Holt di Kent Haruf. Mi addormento sempre “di botto”, ma raramente prima dell’una».