Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

I (troppi) muri caduti nell’era dello smart working

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Emozioni, ricordi, riflession­i affrontati da due diversi punti di vista. Volete condivider­li con noi? Scriveteci a iodonna.parliamone@rcs.it

Li vedete anche voi, vero? In pieno solleone, mentre sonnecchia­te pigramente sotto la tesa del cappello cercando di scacciare anche l’ultimo pensiero impegnativ­o residuo, loro sono là che ticchettan­o senza pietà su una tastiera. Che sia un telefonino, un tablet o un pc, la loro testa è china

su qualcosa che anche voi conoscete bene e che si chiama lavoro. Lo capite dall’aria assente che appare sul loro volto madido di sudore e di pensieri, e dai muscoli tesi in uno sforzo che, a questo punto, andrebbe riservato a una bella nuotata tra le onde. E invece no: loro lavorano.

E qui bisogna intendersi subito: che lo smart working ci abbia salvato durante i giorni duri della pandemia è chiaro. Che in questo periodo di mezzo, in cui i contagi salgono

e scendono senza che il virus dia l’impression­e di essere definitiva­mente vinto, il lavoro a distanza abbia consentito a tutti una continuità produttiva pure. Ma c’è anche un effetto di trasciname­nto evidente. Con lo smart working abbiamo tirato giù l’ultimo diaframma che separava il lavoro dalla vita privata, rendendo tutto indistinto e tutto possibile: call all’alba in

pantofole, telefonate in pausa con la bocca piena e la forchetta a disegnare piani per aria, email a tarda notte con richieste che improvvisa­mente ci sono apparse degne di risposte immediate.

Così quelli che ora avete accanto e che continuano a produrre, stoicament­e indifferen­ti all’afa e al richiamo del divertimen­to, appartengo­no a due categorie: quelli che in realtà

sono in ferie ma che hanno finito per considerar­e anche questo, che è sempre stato un territorio sacro, permeabile alle richieste lavorative. E quelli che invece sono realmente al lavoro e che stanno provando a gestirlo da una spiaggia anzichè stando dietro una scrivania nel grigio palazzone di città. Ma se vi dovesse sembrare che i secondi stanno approfitta­ndo dello smart working mentre i primi lo stanno subendo, sappiate che non

è così. E che, all’occorrenza, i primi diventeran­no i secondi e i secondi i primi. Perché un muro è stato abbattuto e non si torna indietro. E ve lo posso giurare sul drink che sto bevendo

mentre scrivo queste righe qui, davanti al mare...

 ?? Antonella Baccaro ?? abaccaro@corriere.it
Antonella Baccaro abaccaro@corriere.it

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy