Corriere della Sera - Io Donna
Sud: quando la scuola funziona
Harry Potter che spiega la filosofia ai bambini. Trimestri all’estero per ragazzi che non sono mai usciti dal loro quartiere. Corsi di vela e di educazione finanziaria. Ma, soprattutto, porte aperte tutto l’anno, dialogo con le famiglie e gli enti di ricerca. Siamo andati a esplorare gli istituti all’avanguardia nelle regioni in fondo alle classifiche Invalsi. Luoghi dove i progetti partono dai bisogni, e perciò si concretizzano
I dati delle prove Invalsi 2022 sono impietosi: dopo 13 anni di scuola, la metà degli studenti meridionali non ha neanche le competenze base di italiano, e in
matematica va peggio. Tra uno studente del Nord Ovest e uno del Sud già in terza media ci sono 17 punti di differenza in italiano, ancora di più in matematica. Per non parlare degli ordini di scuola; nei professionali, il disastro è completo.
Ridurre il divario è l’obiettivo del Pnrr che mette a disposizione un miliardo e mezzo (i primi 500 milioni sono stati appena stanziati). Come riuscirci? «Se prendiamo come riferimento la media nazionale Invalsi e chiediamo alle scuole in fondo alla classifica di raggiungerla, non
ce la faranno mai. Il miglioramento è progressivo, ma bisogna sempre considerare il livello di partenza» è il monito di Damiano Previtali, dirigente del Sistema di Valutazione del ministero dell’istruzione, che
ha pubblicato da poco La scuola mediterranea (Il Mulino). «Le scuole più problematiche sono quelle che si trovano in contesti
socioeconomici fragili, quindi si deve partire da interventi sul territorio». Necessario anche chiarire gli obiettivi didattici: «Quali competenze ci attendiamo dagli studenti? L’ocse finalmente sta iniziando a prendere in considerazione le competenze non cognitive ma socioemotive, ed è un bene,
perché queste competenze - come la resilienza e la collaborazione- si creano dove la vita ti mette alla prova. Nei prossimi anni inizierà a monitorarle».
Secondo Previtali, per migliorare le competenze cognitive si deve partire dalle non cognitive. La cultura mediterranea,
che mette al centro l’attenzione alla persona, è una ricchezza da valorizzare: «Se dici a
uno studente a rischio dispersione di venire a scuola per imparare italiano e matematica,
lo perdi definitivamente. Se lo agganci con altre attività alla sua portata, anche manuali, da svolgere con i compagni, tornerà e poi studierà le discipline curriculari».
Ne è convinta anche Rachele Furfaro, promotrice del progetto di rigenerazione urbana Fondazione Foqus Quartieri Spagnoli e fondatrice della rete di scuole napoletane Dalla parte dei bambini. L’approccio educativo atti