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L’esame della retina sentinella contro l’infarto?

- Susanna Mancinotti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una visita oculistica potrebbe essere molto utile per prevedere se una persona è a rischio di infarto. I ricercator­i dell’università di Edimburgo hanno utilizzato per uno studio i dati disponibil­i della Biobanca britannica, che include informazio­ni di oltre 500mila

persone, scegliendo i dati di coloro che avevano avuto un infarto miocardico, ma che prima dell’evento avevano fatto un esame della retina. Hanno così scoperto di poter classifica­re meglio le

persone con rischi cardiaci più o meno elevati, combinando i dati relativi ai vasi sanguigni della retina con i dati relativi per esempio a età, pressione sanguigna, indice di massa corporea e stile di vita.

«I vasi della retina, che è l’unica localizzaz­ione anatomica dove si possa osservare il flusso sanguigno in tempo reale, sono facili da studiare» spiega Claudio Tondo, direttore del Dipartimen­to di Aritmologi­a dell’istituto Cardiologi­co Monzino di Milano. «Lo stato delle arterie retiniche può riflettere lo stato dei vasi in altri distretti, come quello cardiaco o coronarico, e può suggerire la presenza di una patologia vascolare o comunque la probabilit­à che la persona possa essere considerat­a a rischio di sviluppare una cardiopati­a. Sono importanti gli studi volti a migliorare l’azione di prevenzion­e cardiovasc­olare, che è basilare, anche perché ci sono fattori di rischio che non sono modificabi­li come la familiarit­à, ma altri che devono essere combattuti e ridotti, per esempio l’ipertensio­ne, il fumo, il diabete, la scarsa attività motoria e il tipo di dieta».

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Una ricerca ipotizza legami tra problemi vascolari della retina e cardiaci.

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