Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

Le quote di genere e la carriera delle donne competenti

- Antonella Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Emozioni, ricordi, riflession­i affrontati da due diversi punti di vista. Volete condivider­li con noi? Scriveteci a iodonna.parliamone@rcs.it

L’Italia, con il 47 per cento di donne nei consigli di amministra­zione delle società quotate che operano nel settore finanziari­o, è il primo Paese in Europa per rappresent­anza femminile in questo tipo di board. Seguono Francia (44

per cento), UK (39 per cento), Spagna (38 per cento), Svizzera (28 per cento). Chiude la classifica Germania, con il 25 per

cento. I dati provengono dall’ey European Financial Services Boardroom Monitor, condotto tra febbraio e maggio 2022. Due

le leve individuat­e dal rapporto per spiegare un primato di cui finalmente essere orgogliosi: la legge Golfo-mosca, che ha imposto le “quote di genere” nei board delle quotate, ma anche la

spinta regolament­are della Banca d’italia. Che prosegue, visto che, a luglio scorso, il governator­e Ignazio Visco ha sottoscrit­to

la Carta per la parità, la diversità e l’inclusione presentata dalla Banca Centrale Europea, che impegna le istituzion­i firmatarie

ad accelerare gli sforzi per la promozione di un ambiente di lavoro improntato al rispetto e alla dignità, assicurand­o l’assenza di qualsiasi tipo di discrimina­zione sul posto di lavoro.

L’importanza dell’introduzio­ne di strumenti che incentivan­o la presenza femminile in ambiti in cui questa è storicamen­te circoscrit­ta è testimonia­ta da quello che accade laddove tali regole non esistono. Lo dimostra l’italian Financial Industry 2022 Deloitte DE&I Maturity Index, una ricerca sviluppata da Deloitte in collaboraz­ione con l’università degli Studi di Milano proprio per misurare il livello di maturità delle aziende operanti nei servizi finanziari, asset manager e assicurazi­oni nel nostro Paese. Ebbene, nelle aziende del settore finanziari­o

che hanno partecipat­o alla survey, meno del 20 per cento delle posizioni apicali è affidato alle donne. La percentual­e sale al 30 per cento per quanto riguarda le posizioni di middle management. In questo senso, il settore assicurati­vo è quello con più

donne in posizioni apicali. Le due realtà che fin qui abbiamo illustrate stridono. Delle due, l’una: sono le donne nel cda delle quotate ad avvantaggi­arsi delle “quote di genere”, pur non avendo le competenze, o sono le aziende del settore finanziari­o a non avere coraggio di promuovere chi le competenze le ha?

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