Corriere della Sera - Io Donna
La Sicilia, isola femmina, senza Stefania (ma non Caterina)
Non mi schiero mai in politica, ma penso che Stefania Prestigiacomo sarebbe stata un’ottima presidente della Sicilia. Rispetto al candidato scelto dalla sua parte, Renato Schifani, è senz’altro più fresca, e non solo perché donna e più giovane. La Prestigiacomo ha la mia età, quindi appartiene a una generazione negletta e trascurata, che ha qualche vantaggio - è l’ultima a essersi formata prima della rivoluzione digitale, quindi ad aver fatto studi regolari, ad aver letto i classici, a conoscere la fantasia e la noia - ma un enorme svantaggio: è del tutto incapace di fare rete, amicizie, alleanze. Così i cinquantenni vengono sopravanzati dai vecchi leoni - o dai vecchi arnesi - e dai giovani rampanti cresciuti con la Rete. La Prestigiacomo sarebbe stata un’ottima presidente perché è legatissima alla sua isola, e nello stesso tempo è capace di guardare oltre. Ha un’esperienza ormai lunga di governo, e ha ancora le energie per metterla a frutto. Inoltre trovo risibili le
motivazioni per cui la coalizione di destra l’ha scartata: è salita a bordo di una nave di migranti; ha votato a favore della legge Zan contro l’omofobia. Come se un conservatore debba essere
per forza un trinaricciuto che vuole sparare ai “negri” e prendersela con i “froci”. In Inghilterra i conservatori governano da dodici anni, esiste - al contrario che in Italia - il matrimonio omosessuale, il sindaco di Londra è di origine pachistana, il
dimissionario Johnson aveva un ministro dell’economia (per i pignoli: Cancelliere dello Scacchiere) e una ministra degli Interni di origine indiane.
Insomma, tanto per cambiare, siamo indietro. Eppure la Sicilia resta un’isola femmina. E una candidata in corsa c’è: Caterina Chinnici, figlia di Rocco, magistrato martire della lotta alla mafia. Ha pochissime speranze perché la sua coalizione, Pd-5 Stelle, si è infranta. Ma comunque è importante che una donna sia in campo.