Corriere della Sera - Io Donna

Domenica Bueti

Neuroscien­ziata, studia le aree del cervello coinvolte nella percezione del tempo e dello spazio. Brava “cacciatric­e” di finanziame­nti per la ricerca, fa da cavia agli esperiment­i del suo team. Poi gioca col violino insieme ai bambini

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di Marco Restelli

ore 18.30

Il gioco preferito della scienziata e i suoi bambini ? Suonare il violino.

ore 6.30

«Avendo due bambini mi alzo prima di loro per preparare le colazioni. E mi concedo mezz’ora per me stessa: guardo dalla finestra Trieste che si risveglia e mentre bevo il caffè - con pane tostato e marmellata - ascolto musica. È un bel modo di iniziare la giornata. Dopo sveglio i bambini, mi dedico a loro e poi li porto a scuola».

ore 8.45

«Arrivo alla Sissa e incontro la mia seconda famiglia: i giovani scienziati del mio gruppo di lavoro, una dozzina fra dottorandi e ricercator­i nel campo delle neuroscien­ze cognitive. La Sissa di

Trieste è un istituto di eccellenza, dove lavorano circa 200 ricercator­i e 300 giovani dottoranti post-laurea e post-master; l’ambiente è internazio­nale e siamo impegnati nel promuovere la presenza femminile nella ricerca scientific­a. Qui dirigo il Time Perception Lab, che studia i modi in cui il cervello percepisce il tempo e lo

spazio. Con il mio team iniziamo la giornata con un caffè e una chiacchier­ata, che spesso si rivela un’occasione creativa; poi mi dedico alla scrittura di testi scientific­i o di progetti di ricerca per ottenere finanziame­nti, mentre i ragazzi fanno esperiment­i e raccolgono dati. Ho fatto ricerca per 10 anni, a Londra e a Losanna, ma i più importanti finanziame­nti li ho ottenuti dalla UE quando

sono tornata in Italia. E di questo sono orgogliosa».

ore 13

«Vado a fare Pilates, mangio un’insalata, o vado a pranzo con i colleghi. Noi di neuroscien­ze incontriam­o studiosi che hanno prospettiv­e diverse dalle nostre (come i fisici e i matematici) e nell’intervallo pranzo ci scambiamo esperienze e informazio­ni che possono portare a ricerche comuni. È

sorprenden­te quante collaboraz­ioni possano nascere chiacchier­ando a tavola».

ore 15

«Nel pomeriggio a volte faccio da cavia negli esperiment­i. Un esempio: cercare di capire attraverso i suoni la nostra percezione del tempo. In pratica: se io ascolto in cuffia due suoni di pari durata, la mia mente mi fa

sembrare il suono ad alta frequenza più lungo di quello a bassa frequenza. Eppure non è più lungo. Dunque perché lo sembra? Forse il tempo deriva dalla quantità di energia che arriva ai nostri sensi?».

ore 18.30

«Torno a casa dai bambini, parlo con la tata e mi faccio raccontare da loro la giornata. Poi facciamo un gioco nostro: suoniamo il violino insieme. Uno strumento che amo e che anche loro hanno imparato ad amare; ogni venerdì li porto a lezione di musica e dopo prendiamo insieme un aperitivo al Caffè San Marco, un gioiello Liberty di Trieste».

ore 21

«Dopo una cena semplice e genuina - per esempio pesce al forno con verdure - leggo una storia ai bambini che in mezz’ora crollano. Allora guardo qualche mail e poi mi rilasso con un romanzo classico dell’800 o del ’900. Il mio preferito? Grandi Speranze di Charles Dickens».

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 ?? ?? Domenica Bueti, nata a Scilla (Reggio Calabria) 48 anni fa, insegna neuroscien­ze cognitive alla Sissa (Scuola Internazio­nale Superiore di Studi Avanzati) a Trieste, dove dirige il Time Perception Laboratory: per le sue ricerche ha ricevuto un finanziame­nto di 2 milioni di euro dalla UE e oggi coordina 13 scienziati di varie nazioni. Dopo la laurea in Psicologia a Padova e un PHD in Neuroscien­ze Cognitive a Roma ha fatto ricerca a Londra e a Losanna per trasferirs­i infine a Trieste.
Domenica Bueti, nata a Scilla (Reggio Calabria) 48 anni fa, insegna neuroscien­ze cognitive alla Sissa (Scuola Internazio­nale Superiore di Studi Avanzati) a Trieste, dove dirige il Time Perception Laboratory: per le sue ricerche ha ricevuto un finanziame­nto di 2 milioni di euro dalla UE e oggi coordina 13 scienziati di varie nazioni. Dopo la laurea in Psicologia a Padova e un PHD in Neuroscien­ze Cognitive a Roma ha fatto ricerca a Londra e a Losanna per trasferirs­i infine a Trieste.

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