Corriere della Sera - Io Donna
“Vado in cerca del tempo perduto”
In “Armageddon Time” si prende una bella responsabilità. Interpretare il padre del regista James Gray. Convincendo tutti, dai nipotini («scioccati») all’academy (che probabilmente gli regalerà una nomination all’oscar). Incontro con un non-protagonista di successo che lavora sui personaggi «incessantemente» e affronta anche le serie tv (ricordate “Succession”?) come fosse Shakespeare
A scrivere che Jeremy Strong è un attore torturato si rischia l’ostracismo. Una bella fetta della comunità delle celebrity d’america si è levata in sua difesa quando, a dicembre 2021, il New Yorker pubblicò un’intervista a cuore aperto dell’artista reso celebre dalla serie tv Succession, che ne metteva in luce la maniacalità. Tratto che ogni attore dovrebbe esibire come una medaglia. Jessica Chastain pubblicò tweet anche conto terzi (per il regista Aaron Sorkin che non sta sui social) in cui definiva quel ritratto «unilaterale» e adottava una nuova chiave di lettura: «Jeremy è una fonte di ispirazione e un artista appassionato». Altri le hanno fatto eco.
Jeremy Strong nell’intervista che ha concesso a io Donna per parlare di Armageddon Time, il film di James Gray che è
passato in concorso al festival di Cannes e che si è appena visto alla Festa di Roma, ci è parso torturato e lo scriviamo con tutta la benevolenza possibile. Perché è davvero bravissimo - come tutti del resto, da Anne Hathaway ad Anthony Hopkins, ai due ragazzini, Banks Repeta e Johnny Davis, i veri primi attori - tant’è che la stampa specializzata americana garantisce la sua nomination all’oscar come non-protagonista.
Strong, che sta ultimando le riprese della quarta stagione di Succession, opera senza dubbio corale, e che non esita a definirsi «un caratterista», cioè “un non protagonista che interpreta personaggi singolari o eccentrici”, probabilmente non verrà mai meno alla propria singolarità, ma è possibile che d’ora
in poi abbia spesso il nome in cima ai titoli di te