Corriere della Sera - Io Donna
Dietro le inchieste più scottanti Se i ragazzi fanno la scelta sbagliata
La voglia di contare, il senso d’appartenenza: esigenze legittime trovano nell’adesione dei giovani alle gang le risposte distorte dagli effetti rovinosi. Per vittime e carnefici. Lo segnala uno studio, che evidenzia anche le cause da rimuovere
Hanno tra i 15 e i 17 anni, sono soprattutto italiani, si muovono in gruppo, ma sono al massimo dieci. Minacciano i coetanei, li bullizzano, li picchiano. Compiono atti vandalici, schiamazzi notturni, spesso scatenano risse. Molti di loro commettono furti, a volte rapine, qualcuno spaccia stupefacenti. Sono i componenti delle gang giovanili che ormai dilagano in tutte le città, un universo di piccoli criminali che però appaiono sempre più violenti e pericolosi. Perché il dominio sugli altri lo esercitano anche attraverso i social, pubblicando video delle loro imprese oppure mettendo in giro filmati con ragazze nude o in atteggiamenti intimi ridotte a preda.
È stato Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’università Cattolica di Milano, a pubblicare uno studio su questo fenomeno che desta ormai grande allarme proprio per le conseguenze che può avere sia sui giovani partecipanti, sia sulle loro vittime. Lo spiega bene il vicecapo della polizia Vittorio Rizzi: «La ricerca d’identità, l’importanza di appartenere ad un gruppo, il senso d’onnipotenza tipico della giovane età, la vita che si sviluppa soprattutto sui social, le restrizioni causate da lockdown e
pandemia sono soltanto alcune delle cause di un fenomeno che impropriamente viene definito delle baby gang o della malamovida. Scontri tra gruppi di giovani più o meno organizzati, atti di violenza e teppismo che spesso hanno come vittime altri minori bullizzati, che faticano a denunciare. Il nostro compito è quello di intercettare i fenomeni di disagio sul nascere, intervenire per evitare un’escalation della violenza e, soprattutto, perché le vittime abbiano fiducia nelle forze di polizia e chiedano subito aiuto».
Secondo la ricerca «alcuni fattori capaci di influenzare la scelta dei ragazzi di aderire a queste gang sono i rapporti problematici con le famiglie, con i pari o con il sistema scolastico; difficoltà relazionali o di inclusione nel tessuto sociale; un contesto di disagio sociale o economico». Nel gruppo trovano forza e si scatenano. Ma le conseguenze possono essere devastanti. Ci sono adolescenti che hanno smesso di andare a scuola dopo essere finiti nel mirino della gang, altri che hanno smesso di uscire, altri ancora che hanno addirittura tentato il suicidio.