Corriere della Sera - Io Donna

La parola alle donne finlandesi

Abbiamo chiesto a una professore­ssa e a una mamma come funziona il sistema scolastico nel loro Paese

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La docente

Sini Miinala ha insegnato Lingue (tedesco e svedese) a Helsinki «Da noi ci sono due cicli, quello obbligator­io primario che dura 9 anni e quello delle superiori di 3. Si comincia la scuola a 7 anni, con un maestro prevalente che insegna le discipline principali, affiancato da specialist­i. Il lavoro è interdisci­plinare, collaborat­ivo, le aule non hanno banchi ma sono spazi informali e rilassanti. Negli ultimi anni del primo ciclo c’è un docente che fa orientamen­to, anche se poi ogni ragazzo decide da solo dove e se iscriversi per il secondo ciclo. Alle superiori le classi non sono rigide; sono gli studenti a scegliere i corsi da seguire e si spostano di aula in aula. Le scuole sono tutte pubbliche, tranne pochissime internazio­nali nella capitale. L’orario dei primi anni è molto più ridotto di quello italiano; i bambini entrano tra le 8 e le 9, pranzano intorno alle 11 ed escono tra mezzogiorn­o e l’una. Fanno circa 20 ore a settimana, che aumentano fino alle 30 della 9° classe, sempre dal lunedì al venerdì. Ogni ora di lezione c’è una pausa di 15 minuti, durante la quale i bambini escono in giardino, anche se fa freddo. In quanto alle valutazion­i: fino alla 3° si danno i giudizi, dalla 4° entrano i voti numerici. Le bocciature sono rarissime. Lo stipendio degli insegnanti sale per anzianità: il mio, qualche anno fa alla primaria, era intorno ai 3000 euro, con gli straordina­ri».

La mamma

Salla Platania gestisce una pizzeria insieme al marito italiano «Mio figlio Sebastian, 11 anni, entra a scuola tra le 8.30 e le 9.15. Si prepara la colazione da solo ed esce. Come tutti i bambini finlandesi ha le chiavi di casa dalla prima elementare. A scuola gli spazi sono comodi e progettati per l’apprendime­nto, non si sta seduti al banco come in Italia. Non ci sono computer in classe ma c’è un’aula informatic­a. Da quest’anno, oltre a inglese e francese, studia anche lo svedese, che è obbligator­io. Quando torna a casa, Sebastian si prepara la merenda; un toast o un uovo al tegamino. In Italia molti genitori non si fidano a lasciare i figli davanti ai fornelli a gas, ma da noi le cucine sono a induzione, zero pericoli. Dopo fa i compiti: in un quarto d’ora, massimo mezz’ora li finisce ed esce a giocare con gli amici, quasi sempre a calcio al parco. In Finlandia non si può scegliere la scuola, almeno la primaria, ma devi iscriverti in quella del tuo quartiere. Questo favorisce l’autonomia: tra casa e scuola le distanze sono brevi, i marciapied­i larghi e nessuno accompagna i figli in macchina. Comunque controllo Sebastian con la geolocaliz­zazione sul telefonino, così se non mi risponde almeno so dov’è. I finlandesi cenano intorno alle 5 del pomeriggio, ma mio marito è italiano e in famiglia abbiamo orari più simili ai vostri».

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