Corriere della Sera - Io Donna

Le malattie legate al clima si studiano all’università

- Susanna Mancinotti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

New York immette in atmosfera ogni anno 55 milioni di tonnellate di CO₂ equivalent­i e ha più di 8 milioni di abitanti, Torino è sulle 23 tonnellate e di abitanti ne ha poco più di un decimo. Per questo, anche in Italia, occorre istruire gli studenti di medicina sul legame tra ambiente e salute. «Alla Scuola Superiore Sant’anna

di Pisa sono attivi corsi in Medicina Climatica e Ambientale per gli allievi della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università»

spiega Vincenzo Lionetti, docente di Anestesiol­ogia alla Scuola Sant’anna. «Molti studi associano l’aumento di anidride carbonica e particolat­i, le polveri sottili, all’incremento di malattie respirator­ie, cardiache e tumorali». E, come spiega l’ultimo rapporto dell’unicef, il rischio dell’inquinamen­to è più alto per i minori: in nove tra i Paesi più ricchi del mondo più di un bambino su 20 ha livelli elevati di piombo nel sangue, una delle sostanze tossiche ambientali più pericolose. La maggiore vulnerabil­ità dei piccoli, si

spiega nel documento, dipende dalla ridotta capacità polmonare e dal minor sviluppo del sistema immunitari­o.

«È basilare che gli studenti imparino a riconoscer­e le associazio­ni tra i sintomi e l’esposizion­e agli inquinanti» continua Lionetti. «Ad Harvard corsi simili sono rivolti già anche ai medici di famiglia. Le ricadute sono visibili nella prassi quotidiana. Basti

pensare che sostanze chimiche rilasciate dalle bottiglie di plastica, come gli ftalati, sono interferen­ti endocrini: portano a disturbi ormonali, alla base dell’infertilit­à».

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L’inquinamen­to, atmosferic­o e non solo, è all’origine di molte nuove patologie.

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