Corriere della Sera - Io Donna
Consuelo Barilari
“Sono nottambula: quando il telefono smette di suonare, iniziano le ore più fruttuose della giornata” dice la direttrice del Festival dell’eccellenza al femminile, a Genova. “La mia vita è caos, sono metodica solo nelle piccole cose”
eccellenzalfemminile.it
ore 9
«Essendo “nottambulissima” e andando a letto alle 3, mi sveglio alle 9. Come prima cosa, guardo i messaggi sullo smartphone. Poi la colazione: mangio sempre mezza banana e un biscotto senza zucchero, bevendo mezzo litro di caffè con il latte freddo. Nel caos esplosivo della mia vita, almeno nelle piccole cose sono metodica. No, niente ginnastica, anche se mi riprometto di iniziare a praticare yoga...».
ore 10
«Mi ritiro nel mio studio: ho un ufficio ma preferisco lavorare da casa, così non perdo tempo con gli spostamenti. Per lo stesso motivo sono grande sostenitrice dei meeting via Zoom! La mattina sbrigo le incombenze più burocratiche che riguardano il “Festival dell’eccellenza al femminile”, nato per dare forza al femminile nel 2006, quando non c’erano ancora stati quei movimenti tipo “Se non ora quando”. Piano piano, ci siamo indirizzate verso la questione di genere soprattutto nel mondo dello show business. Un grosso impegno: la manifestazione è articolata in 13 appuntamenti di teatro, laboratori, conferenze, premi. In parallelo, mi occupo di un progetto in Toscana: offriamo residenze a registi e attori per creare spettacoli legati a questa terra, come Le donne dell’orlando Furioso (Ariosto visse tre anni a Castelnuovo di Garfagnana, ndr)».
ore 14
«Mangio un’insalata con tanti semi e noci e l’immancabile hummus di ceci su pane carasau, oppure una torta salata secondo la tradizione ligure (abitiamo a Genova), cucinata dal mio compagno. Sono vegetariana».
ore 15.30
«Finalmente “carburo al massimo” e inizia la fase creativa in cui preparo gli spettacoli, come è successo per Souvenir de Kikì (prima assoluta al festival il 23 e 24 novembre, ndr), tratto da Diario di una modella di Kikì di Montparnasse, musa della rivoluzione artistica parigina degli anni ’20, amica di Picasso, Modigliani, Man Ray... Per impersonarla ho pensato subito a Manuela Kustermann, icona pure lei, rappresentante dell’avanguardia teatrale anni ’60 e ’70: fu allora che il corpo delle donne entrò in scena dirompente, noncurante dei perbenismi».
ore 21
«Mi piace condividere la cena - preferibilmente al ristorante con le persone con cui sto provando. Se resto a casa, preparo il seitan a straccetti (olio e aglio, limone e tamari: adoro!), e verdure».
ore 23
«Mi rimetto a lavorare nella tranquillità, il telefono non suona. Scrivo o leggo, soprattutto testi teatrali: il panorama degli autori in questi anni si sta arricchendo. Ma ho appena finito Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte di Ritanna Armeni e mi sto dedicando a Sister Resist (venti storie di resistenza e sorellanza nel mondo della musica, da Billie Eilish a Kae Tempest) di Clarice Trombella. Sto attaccata al telefonino fino all’ultimo: è il gesto conclusivo della giornata, e quello inaugurale della giornata successiva».