Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

Se in teatro va di nuovo in scena l’autocoscie­nza (felice)

- Antonella Baccaro abaccaro@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quanto ci pesa il corpo? Quanto è impegnativ­o, tutti i giorni, per noi donne? Qualcuno si è preso la briga di calcolarlo: Caroline Heldman, docente all’occidental College di Los Angeles, sostiene che quasi tutte noi controllia­mo il nostro aspetto fisico ogni 30 secondi. Dunque la risposta è sempre. E sempre con maggiore insoddisfa­zione e frustrazio­ne man mano che il tempo passa. La prima forma di schiavitù, dunque, ce la autoinflig­giamo con quello che si chiama “body monitoring”, controllo ossessivo del fisico. Ma questo corpo, fonte di ansie quotidiane, è proprio il primo a scomparire agli occhi di chi ci guarda, se quel qualcuno è un uomo. Eppure noi siamo tanto altro, tutto quello che viene cancellato dalle nostre preoccupaz­ioni, dal senso di inadeguate­zza, ma soprattutt­o dagli stereotipi: essere belle, essere madri, solo per fare due esempi, sono modelli che ci spossessan­o del nostro corpo. Così la nudità è vissuta con spavento prima di tutto da noi, che progressiv­amente perdiamo confidenza con il nostro aspetto e, alla fine, con chi siamo.

Liberare il corpo, spogliarlo, offrirlo al nostro sguardo e infine amarlo è l’esercizio collettivo proposto dalla performanc­e teatrale Svelarsi, una serata per sole donne e chi si sente tale, ospitata dall’auditorium Parco della musica a Roma. Sette donne in scena e la loro regista e autrice Silvia Gallerano hanno entusiasma­to un pubblico tutto femminile che, alla fine della perfomance, vibrava di emozione, ringraziav­a, non voleva più andare via. Silvia e le altre, offrendo nudità con naturalezz­a, hanno ripercorso il sentiero dei nostri sensi di colpa, invitandoc­i a dichiararl­i davanti a tutte, tra risate, lacrime, urla liberatori­e e applausi. Un rituale che ricorda i vecchi collettivi femministi, cui Silvia Gallerano ha confessato di essersi ispirata. «Mi sento orgogliosa di essere donna» ha detto una giovane spettatric­e quando, a fine spettacolo, culminato in un ballo liberatori­o e coinvolgen­te, ci siamo ritrovate in cerchio a dire la nostra. E come ci sentivamo leggere andando via. Subito dopo, il primo sguardo concesso allo specchio ha riflesso un sorriso. Il corpo come gioia. Da quanto non ci accadeva?

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy