Corriere della Sera - Io Donna
“Il dialogo con L’AI e i software”
Giovanna Cosenza,
docente ordinaria di Semiotica e storytelling, Semiotica dei consumi e Semiotica dei nuovi media a Scienze della Comunicazione, Università di Bologna
«Ero in dubbio se studiare medicina per salvare le persone o filosofia, per capirle. Ho scelto la seconda via: al liceo mi aveva già aperto la mente. La comprensione del mondo, cercare la risposta a “da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo” con il pensiero dei grandi filosofi mi ha sempre attirata. Mi sono iscritta all’ateneo bolognese perché c’era Umberto Eco che insegnava Semiotica, una disciplina che nasce dalla filosofia. Con lui ho fatto anche il dottorato. Prima di vincere il concorso nel
2000, che mi ha permesso di fare carriera in università, ho sempre lavorato. Eco era un tecnoentusiasta e mi ha trasmesso la sua passione: grazie a lui, assieme ad alcuni compagni di studio, ho creato una società per lavorare all’enciclopedia sulla storia della civiltà europea in Cd-rom. Oggi il digitale è una parte cruciale del mio lavoro. Insegno tre materie. Con “Semiotica e storytelling” spiego cosa rende una storia avvincente o noiosa, a partire dalle fiabe fino alle storie di Instagram. In “Semiotica dei consumi” analizzo cosa spinge le persone a consumare: oggi l’acquisto pervade le nostre esistenze, infatti si parla di marketing esistenziale e ciò si collega alla filosofia. Con “Semiotica dei nuovi media” punto a creare professionisti capaci di muoversi anche con l’intelligenza artificiale. L’ultima frontiera è il prompt designer che sa dialogare con L’AI e produrre testi, immagini e video col suo aiuto. Non è il futuro, è il presente: le aziende affiancano informatici e ingegneri a laureati in materie umanistiche. Diverse mie allieve di Semiotica, oggi progettano interfacce software: èlo User Experience Design (Uxd), che rende più facile l’uso delle macchine per gli umani. Qualcosa che si fa anche con la filosofia».