Corriere della Sera - Io Donna
Trattamenti laser Ombre oscure
«L’iperpigmentazione cutanea è una problematica comune, spesso risultante da vari fattori come l’esposizione solare e il processo di invecchiamento» spiega Marco Bartolucci, medico estetico Founder Clinica Sotherga Milano.
«Per combattere questo problema, molte persone si rivolgono a trattamenti laser come l’aerolase, che ha ricevuto 36 approvazioni Fda. Senza dolore e tempi di recupero, è in grado di stimolare la produzione di nuovo collagene, ridurre processi infiammatori (anche acne attiva) e creare delle micro colonne (dei buchini) per permettere la veicolazione di un farmaco o di ciò che serve a migliorare la qualità della pelle» spiega lo specialista.
«Una delle ultime innovazioni nel campo della dermatologia è l’utilizzo degli esosomi di Exocobio come complemento a questo trattamento, dimostrando risultati promettenti nel ridurre l’iperpigmentazione post laser. Gli esosomi sono piccole vescicole extracellulari rilasciate dalle cellule, contenenti varie molecole biologicamente attive come proteine, lipidi e acidi nucleici. Exocobio, una formulazione avanzata di esosomi, ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per la sua capacità di veicolare ingredienti bioattivi in modo mirato e efficace quando applicati dopo un trattamento laser Aerolase, potenziandone notevolmente i benefici» precisa il dottor Bartolucci.
«Questo particolare tipo di laser agisce attraverso un principio di fototermolisi selettiva, mirando alle cellule responsabili della pigmentazione. Il trattamento può comportare una leggera irritazione cutanea e un aumento temporaneo dell’iperpigmentazione prima che la pelle inizi a guarire. Qui entrano in gioco gli esosomi di Exocobio. Gli studi indicano che l’applicazione di queste vescicole subito dopo il trattamento laser può accelerare il processo di guarigione e ridurre significativamente l’iperpigmentazione post-infiammatoria. Questo è da attribuire alle proprietà rigenerative e depigmentanti degli esosomi. Le proteine in essi contenute possono modulare la risposta infiammatoria, riducendo l’edema e accelerando la guarigione della pelle. Inoltre, gli acidi nucleici che veicolano possono stimolare la produzione di fattori di crescita e aumentare la sintesi di collagene ed elastina, contribuendo a un miglioramento complessivo della texture cutanea» chiarisce Bartolucci. «Svolgono inoltre un ruolo fondamentale nella regolazione della melanogenesi (il processo di produzione del pigmento melanina) influenzando positivamente la distribuzione e la produzione di melanina, aiutando a minimizzare le discromie cutanee» conclude il medico.