Corriere della Sera - Io Donna
Quello che le donne raccontano
Emozioni, ricordi, riflessioni affrontati da due diversi punti di vista. Volete condividerli con noi? Scriveteci a
«Si vous avez le ton, vous avez tout» recita un aforisma di Emil Cioran. Ed è proprio vero: a volte è questione di toni. O tutt’al più di come si scelgono le parole. Prendiamo quelle che escono a rotta di collo dalla bocca del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, a spiegazione dei femminicidi. «Il problema - ha detto - è che le donne oggi sono diventate uomini (...). E gli uomini sono diventati un po’ donne: sono fragili». E il giornalista: «Ma questo cosa c’entra con la violenza di genere?». Risposta: «C’entra perché gli uomini, secondo me, in questo momento vivono la loro vita contro natura, e quindi in certi casi sbroccano». I casi cui si riferisce il sindaco sono quelli in cui le donne affermano se stesse ma «agli uomini non va».
Ora prendete uno scrittore irriverente e onesto come iodonna.parliamone@rcs.it
Francesco Piccolo. L’autore de L’animale che mi porto dentro è ritornato sul tema per spiegare la dinamica dei femminicidi. Ed ecco alcuni passaggi: «Quanto più al maschio verranno sottratte arroganza e supremazia, sicurezza e predominio, tanto più si sentirà fragile; e quanto più si sentirà fragile, tanto più combatterà disperatamente. La fragilità ci rende spaventosi, noi maschi». Piccolo è drastico: «Ci possono essere persone progressiste, moderne, rivoluzionarie. Ma se queste persone sono uomini, in quanto uomini non lo sono più». Insomma gli uomini non li cambi e, se lo fai, devi metterne in conto la reazione. Non è giusto ma è così, tiene a precisare lo scrittore. Che si spinge oltre, e dice che gli uomini sono già stufi: «Cerchiamo di comportarci bene, ma sbuffiamo, perché ci hanno già rotto le palle. È questo che diciamo. Anzi, è questo che pensiamo, ma non sempre lo diciamo (soprattutto se siamo progressisti)».
Scuserà Piccolo se qui ne accostiamo il raffinato ragionamento alla brutalità di Bandecchi, ma in fondo entrambi credono che l’uomo sia un irriducibile “animale”. E permetteranno entrambi se invece pensiamo che ognuno di noi ha una natura che ha imparato a tenere a freno. Non si capisce perché non vessare una donna debba essere un divieto più insopportabile di altri che pure rispettiamo per convenzione sociale. Sennò, liberi tutti/e.