Corriere della Sera - Io Donna

Le app del meteo ci hanno davvero migliorato la vita?

- Paolo Conti pconti@rcs.it Tommaso Labate

Solo chi gira su due ruote può capirmi fino in fondo. Decenni di interrogat­ivi uscendo di casa: pioverà o no? Conviene prendere lo scooter o è meglio aspettare un autobus? Interrogat­ivo non da poco per chi ha a cuore la propria salute e la sicurezza su strada (girare in motorino con un temporale e l’asfalto bagnato o, peggio, i sampietrin­i è pericoloso). Ma la mia amata città, Roma, ha un traffico notoriamen­te infernale e muoversi in scooter risolve molti problemi. Sapere se si potrà ricorrere all’amato due ruote significa poter moltiplica­re gli impegni e risolvere non pochi problemi. Figuriamoc­i se non posso essere un fan sfegatato di tutti i siti di previsioni del tempo, sempre più precisi e sempre più attendibil­i. Sono in ottima compagnia, visto e considerat­o che addirittur­a l’encicloped­ia Treccani ha inserito tra le parole attestate del 2023 anche “Caronte”, l’ondata di caldo così ribattezza­ta da Antonio Sanò, ideatore e fondatore del sito meteo.it.

Avere un simile, formidabil­e strumento a disposizio­ne non aiuta solo a programmar­e gli spostament­i in moto. Chi, come me, in estate va in montagna può evitare eventuali acquazzoni sui sentieri ma persino in autostrada, prevedendo quali saranno le ore più roventi ai caselli. Per arrivare poi ad altri settori della vita: programmar­e d’estate una cena in terrazza, o una spedizione al mare nel fine settimana. Un vero lusso per chi è nato e cresciuto in anni in cui le previsioni del tempo erano affidate al mitico colonnello Edmondo Bernacca che appariva sugli schermi della Rai del monopolio e, con la sua bacchetta e le sue cartine, dava indicazion­i scientific­amente attendibil­i ma inevitabil­mente incerte sugli orari e sugli sviluppi. Adesso basta toccare lo schermo del telefono e si hanno continui aggiorname­nti con un margine di errore sempre più ridotto. Il mio indimentic­ato amico Giuliano Zincone, grande inviato e commentato­re, diceva sempre a noi amici: «Non fate i passatisti, oggi vivere è molto più comodo di quando eravamo giovani, anche nelle piccole cose». E lo sosteneva dieci anni fa, poco prima di lasciarci. Figuriamoc­i cosa avrebbe detto oggi consultand­o meteo.it

Sarà passata una decina d’anni da quando un amico, uno di quelli più ferrati sulle app del cellulare all’ultimo grido, mi consigliò di scaricare “omissis” (non ne farò il nome), a suo dire il miglior servizio meteo in circolazio­ne. Per quanto non fossi un frequentat­ore di siti sul meteo, e men che meno usassi le loro applicazio­ni, tanti li conoscevo quantomeno per sentito dire; omissis no. Qualche tempo dopo, un conoscente che lavora nelle produzioni cinematogr­afiche, durante una cena in cui si parlava delle cose che ci avevano cambiato la vita, disse che a lui la vita l’aveva cambiata proprio omissis, il sito-applicazio­ne-servizio meteo di cui mi aveva parlato il mio amico di prima. “Sai, a noi del cinema sapere con certezza se piove o no, l’organizzaz­ione della vita la cambia davvero”. Nei mesi successivi, nelle situazioni più disparate, ho sempre trovato qualcuno che a un certo punto di una discussion­e qualsiasi iniziava a decantare le lodi di omissis; e quel qualcuno era sempre convinto di citare una chicca sconosciut­a ai più quando in realtà persino io, che pure non ero un fanatico del meteo, già ne avevo sentito parlare a più riprese.

Ho sempre pensato che l’ascesa dell’ex piccolo omissis nell’olimpo del meteo mondiale fosse un po’ come quella delle band indipenden­ti che in un tempo rapidissim­o passavano dal suonare nella metropolit­ana al super-contratto con una major. Una sorta di Måneskin delle previsioni del tempo. Peccato non aver mai verificato, né aver mai scaricato omissis o altre applicazio­ni, convinto com’ero e sono che il meteo - per chi può - dev’essere una variabile “dipendente” della vita, non quella che determina le altre. Se devo andare da A a B e posso farlo solo col motorino, ecco, se piove mi bagno, se non piove no. Se voglio andare a fare il weekend a C, ci vado sia che forse piove che se forse non piove. Sbaglierò, ma non metto i miei piani nelle mani del meraviglio­so omissis e dei suoi fantastici colleghi. E neanche delle altre app che mi dicono quanto camminare, come, se in salita o discesa. Magari un giorno pagherò un prezzo altissimo per questo rifiuto. Ma intanto vivo.

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@Tommasolab­ate

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