Corriere della Sera - Io Donna

Hafsia Herzi “Il mio racconto di maternità usurpata”

- Di Lol V. Stein, di Paola Piacenza - foto di Bertrand Noël

In “Le ravissemen­t-rapita” l’attrice e regista francese è un’ostetrica, porta i bambini nel mondo. Testimone di una “meraviglia” che può anche far perdere la ragione. Un legame misterioso, quello tra genitori e figli, su cui non smette di interrogar­si. Ma, dopo 50 film, con molta più benevolenz­a di un tempo

Le “brevi”, nei giornali, sono quelle notizie che si risolvono in poche battute, confinate ai lati degli articoli più lunghi o a fondo pagina. Un giorno di qualche anno fa l’attenzione di una trentenne parigina che aveva studiato legge, ma frequentav­a parecchio i cineclub, leggeva: “Giovane donna prende in prestito il figlio della sua migliore amica e fa credere a un uomo che sia suo”. Quelle poche righe, anni dopo, sono diventate un film, il primo di Iris Kaltenbäck, che nel frattempo ha studiato cinema, definitiva­mente abbandonat­o i tribunali e avuto un bambino.

Le ravissemen­t-rapita (dall’8 maggio al cinema, scelta non casuale: il 12 è la festa della mamma) è il racconto di una maternità usurpata, ma è anche il ritratto di una giovane donna capace del “rapimento” cui si riferisce il titolo (che viene da Marguerite Duras e da Il rapimento

del 1964, racconto di negazione e di follia d’amore) che è da intendersi soprattutt­o come rapimento da sé, indecifrab­ile deriva del desiderio.

Hafsia Herzi, l’attrice che Iris Kaltenbäck aveva in testa per il ruolo di Lydia, la protagonis­ta del suo film, ma che non osava contattare perché «forse già troppo affermata» per lei (e che invece ha accettato la parte nell’arco di 48 ore), è un’ostetrica, porta i bambini nel mondo. Non ne ha, ma la sua migliore amica, che è tutta la sua famiglia, invece è incinta ed è a lei che lo rivela per prima. Lydia ne è felice, ma la notizia arriva poche ore dopo la scoperta che il suo fidanzato le è infedele, «e farsi lasciare mentre indossi un vestito di paillettes perché stai andando a una festa è davvero una delle cose più tristi che ti possano capitare» sorride Hafsia.

Le ravissemen­t-rapita.

La prisonnièr­e de Bordeaux.

na che vede realizzato il sogno di maternità nella sua più cara amica. Si parla spesso dello sconvolgim­ento che porta l’arrivo di un bambino in una coppia, mai si dice quello che può fare a un’amicizia.

Il suo personaggi­o trasmette una sorta di malinconia. È anche la sua?

Prima non me ne rendevo conto, ma ora dopo tanti personaggi, dopo molti confronti, la sento, credo che faccia parte di me. Come faceva parte di mia madre. Ma è bella la malinconia... E poi al cinema funziona.

Viene da lontano quindi?

Sono nata a Marsiglia, nel quartiere nord, quello che ho filmato in Bonne mère (film del 2021, seconda regia di Herzi, dedicato a sua madre, ndr), lì si respira la malinconia. Non voglio dire: “Sai, non ho avuto una vita facile”, chiunque lo potrebbe affermare. Ma è vero che sono cresciuta con mia madre che faceva le pulizie, il mondo eravamo noi due, con i miei fratelli. Ero giovane e già avevo grandi responsabi­lità e, senza amici nel cinema, ho fatto il mio percorso da sola. Credo che la malinconia venga da lì...

 ?? ?? Hafsia Herzi, 37 anni. L’attrice e regista che esordì con Cous Cous nel 2007, è la protagonis­ta di Le ravissemen­t-rapita (al cinema l’8 maggio) edi La prisonnièr­e de Bordeaux al festival di Cannes.
Hafsia Herzi, 37 anni. L’attrice e regista che esordì con Cous Cous nel 2007, è la protagonis­ta di Le ravissemen­t-rapita (al cinema l’8 maggio) edi La prisonnièr­e de Bordeaux al festival di Cannes.
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A sinistra, con Isabelle Huppert in
Sopra, Hafsia Herzi in A sinistra, con Isabelle Huppert in

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