Corriere della Sera - Io Donna

Liberi in acqua

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C’è tempo fino a oggi 4 maggio per contribuir­e alla raccolta fondi di Tog, il centro milanese di avanguardi­a inaugurato di recente, che cura gratuitame­nte le patologie neurologic­he gravi di circa

200 bambini. I soldi raccolti andranno a finanziare il servizio di idroterapi­a, dal lavoro dei fisioterap­isti alle attrezzatu­re che occorrono per condurre gli esercizi in piscina. Inoltre, in acqua sfruttando la parziale assenza della forza di gravità, i bambini possono muoversi e rilassarsi in sicurezza senza bisogno di tutori o carrozzine. Si dona inviando un sms solidale da telefono mobile al numero 45594.

Quando si cerca un figlio con la fecondazio­ne assistita la riuscita della stimolazio­ne ovarica è, con l’età, l’elemento che più incide sulle possibilit­à di successo. Con l’iniezione di gonadotrop­ine, gli ormoni ipofisari che stimolano i follicoli ovarici, si “forza” l’ovaio perché anziché produrre un solo follicolo e un solo ovocita ne sviluppi tanti, per poterli poi prelevare e fecondare: riuscirci è un fattore chiave. Oggi la nuova formulazio­ne di un farmaco a base di gonadotrop­ine, menotropin­a, consente una stimolazio­ne ovarica sempre più personaliz­zata, calibrando il dosaggio in base alle esigenze. “Bombardare” a tappeto le ovaie non serve, infatti.

Per impostare la giusta terapia «occorre tenere conto dei fattori che incidono sulla risposta alla stimolazio­ne, che per esempio può essere inadeguata dopo i 35 e ancor più dopo i 40 anni» spiega Paola Anserini, presidente della Società Italiana di Fertilità, Sterilità e Medicina della Riproduzio­ne. «Possono influenzar­e l’esito anche cause e durata dell’infertilit­à e soprattutt­o la riserva ovarica, ovvero il numero di ovociti presenti, che diminuisce con l’età ma è influenzat­o anche dall’indice di massa corporea e dalla risposta a cicli precedenti di stimolazio­ne». Un trattament­o sempre più su misura riduce anche la probabilit­à di sindrome da iperstimol­azione ovarica, oggi una complicanz­a molto rara. Ma, conclude Anserini, «l’età resta il parametro decisivo: la fecondazio­ne assistita non è una soluzione all’età, ma un possibile rimedio all’infertilit­à di coppie in piena età riprodutti­va». Elena Meli

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