Corriere della Sera - Io Donna
Il mal di schiena è una colpa?
Stare dritti sembra esprimere tanto un valore etico che estetico. E mantenere la postura “corretta” un imperativo che ha attraversato le epoche. Forse è tempo di liberarcene. Se non fosse per la memoria di quel tocco leggero...
Quante volte vi è capitato di dire a vostra figlia “stai dritta”, “tirati su”, “ti verrà la gobba”, “non vedi che sei gobba”? Probabilmente tante quante ce lo siamo sentite dire da nostra madre: la sua mano appoggiata dietro, tra le scapole, a indicare una rapida via di risalita. In una puntata di Dix pour Cent, la versione originale francese della serie tv Chiama il mio agente, ci sono una mamma e una figlia, entrambe attrici, a nd impersonare sé stesse nell’agenzia parigina che ne rappresenta i diritti. Il gesto più naturale, nel rimando costante tra realtà e fiction (staranno recitando o sono proprio così?), è il braccio della più anziana che cerca di raddrizzare la schiena alla più giovane e lo sguardo esasperato di quest’ultima. Dai, non sono più una bambina, lasciami in pace. Pochi secondi, ma lo scambio è così comune e intimo che tutta la narrazione della coppia diventa credibile. Perché in quell’uno-due ci ritroviamo tutte, generazioni di donne...
Non è però solo una questione femminile. La postura - avere una postura “corretta”, lontanissima dalla curva dei nostri antenati a quattro zampe - è un’ossessione collettiva. Pare lo sia dall’illuminismo, se non dall’antica Grecia che sovrapponeva il canone etico a quello estetico. Ma il picco è stato raggiunto con la pubblicazione dell’opera di Charles Darwin, L’origine della specie, nel 1859. Secondo Darwin, a “staccare” gli umani dal mondo animale sarebbe stata proprio la posizione eretta: “alzarsi” avrebbe permesso il balzo della nostra intelligenza rispetto alle scimmie. La ricostruzione questione più di piedi che di cervello - apparve subito controversa. Fu sufficiente, tuttavia, a creare una connessione tra stare belli dritti e non essere primitivi. Se ciondoli, invece, non solo incapperai in dolori muscolari, problemi respiratori e digestivi, conseguenze artrosico-degenerative e altre catastrofi, apparirai anche uno o una poco raccomandabile, gente “senza spina dorsale”. Beth Linker, storica e sociologa dell’università della Pennsylvania, ha appena pubblicato un libro rivelatorio (e liberatorio): tutta questa saggezza popolare a proposito degli atteggiamenti posturali non avrebbe alcuna base scientifica. Fake news?, chiede il giornalista che l’ha intervistata per il New York Times . Il punto, argomenta la ricercatrice che per altro ammette di andare dall’osteopata per curarsi il mal di schiena e di usare sedie ergonomiche, è disperdere il “posture panic” sulla rettitudine. I nostri corpi non sono statici, arrendiamoci. Non esiste equazione tra dirittura e integrità, tra verticalità e virtù. Gli atteggiamenti marziali, in particolare, non danno la felicità, lo sappiamo. Meglio cercare le nostre linee, possibilmente senza auto-infliggersi dolori alla lombare.
Vedo già le maestre di pilates e danza classica storcere il naso (ma i nasi si storcono, poi?). E, soprattutto: quanto vorrei risentire alle spalle il tocco leggero di mia madre là dove - diceva - si innestano le ali. Se stai ripiegata su te stessa, non volerai.