Corriere della Sera - Io Donna

C’è del buono nell’attuale rinnovata ossessione per le diete?

- Paolo Conti pconti@rcs.it Tommaso Labate @Tommasolab­ate

Viviamo ossessiona­ti dal cibo, dal suo uso, dai suoi colori nelle presentazi­oni pubblicita­rie, dai miracoli che un certo piatto può assicurare alla nostra salute (o, al contrario, dai veleni che potrebbe contenere secondo mille siti pseudo-specializz­ati). Poi c’è il nodo della quantità. Da una parte la mitologia pubblicita­ria del cosiddetto All You Can Eat: ti siedi in un locale, ti strafoghi e paghi un prezzo fisso. Oppure scegli certi chef stellati che ti servono ridicole e costosissi­me micro-porzioni (con sapori artificial­i che non ricorderai mai, come ha autorevolm­ente spiegato Arrigo Cipriani nell’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera). Segue a ruota un altro mantra che ci perseguita quotidiana­mente: quello delle diete. Questione tipica della modernità e della civiltà dell’opulenza di massa. Ricordo una certa dieta del minestrone che arrivò dagli Stati Uniti alla fine degli anni ’80. Plotoni di amiche (e di amici) si sottoposer­o a un notevole stress cucinando minestroni ipocaloric­i. Seguirono, ovviamente, stanchezze e persino qualche svenimento: il fai da te è un pessimo consiglier­e. Potrei elencare, nei decenni, tante altre diete salvifiche e miracolose (tutte legate alla ricchezza della nostra società e al pessimo rapporto con ciò che si mangia). Sarebbe un meraviglio­so segnale di ritorno alla normalità se ciò che ci nutre riprendess­e un normale posto della graduatori­a delle priorità della nostra esistenza.

Non ci vuole un mago nutrizioni­sta per sapere che l’eccesso di vino, di superalcol­ici, insaccati, formaggi grassi, fritti e soffritti, dolci elaborati, così come l’overdose di carboidrat­i e il ricorso al cibo-spazzatura industrial­e ingrassano e devastano il metabolism­o. In qualsiasi civiltà contadina la sera si mangia poco, leggero, molto presto per favorire il sonno quindi lasciando tutto il tempo all’organismo di ripulirsi dalle scorie e di riposare. E lo stesso vale per il pasto del mezzogiorn­o. Il bicchiere quotidiano di vino rosso non ha mai ridotto qualcuno a un obeso. Sarebbe tempo che qualcuno lanciasse la più semplice, ovvia, economica dieta possibile al mondo: quella del buonsenso.

Con la doverosa ma mai troppo sottolinea­ta premessa che va praticata solo col supporto di medici o di chi possa ostentare in originale la pergamena di laurea in una facoltà scientific­a, confesso che questa sorta di dietocrazi­a in cui la società sembra piombata nell’ultimo anno mi piace, e parecchio. Essenzialm­ente, per una questione di vanto personale: abituato com’ero ad arrivare in ritardo su tutte le cose che in breve tempo diventavan­o d’uso collettivo - Internet scoperto quando smanettava ormai chiunque, smartphone acquistato quando ce l’avevano già tutti, profilo su Facebook aperto quando già c’erano quelli passati a Instagram - l’essere un osservante del digiuno intermitte­nte quando ancora era semi-sconosciut­o ha consentito di considerar­mi una sorta di pioniere di qualcosa.

In un Paese in cui oggi ci si accapiglia per essere stati meloniani della prima ora come un tempo ci si vantava di essere stati grillini, salviniani, renziani e prima ancora berlusconi­ani, sempre della prima ora, il considerar­si un digiuninte­rmittente della prima ora è una bella soddisfazi­one. Prima stavi lì a spiegare agli amici come andasse divisa la giornata in questi due spicchi, le otto ore di cibo e le sedici di digiuno; oggi fai lo stesso, ma con quella sorta di piglio professora­le che solo un veterano può vantare. E poi c’è un’altra questione, che non va sottovalut­ata, a proposito del tanto parlare di diete: la curiosità nei confronti degli altri esseri umani, come vivono, che cosa fanno, quanto le vite degli altri assomiglia­no alla nostra e quanto no. Arrivati forse a saturazion­e gli interrogat­ivi su quello che mangiamo, adesso ci si interroga su cosa non mangiamo o su come mangiamo, in che tempi, in quali orari. Come tutti i regimi anche la dietocrazi­a sarà sconfitta, messa al bando e sostituita da qualcos’altro. La prima colazione, già “pasto più importante della giornata” (citazioni multiple) e oggi rinunciabi­lissimo nell’ottica del digiuno intermitte­nte, tornerà a manifestar­si con tutta la propria forza nelle abitudini nostrane. Ma sarà stato bello, anche se per poco, essere arrivati tra i primi, su qualcosa.

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