Corriere della Sera - Io Donna
Quanto possiamo fare noi per dare forza alla ricerca
Quarant’anni di impegno a favore della ricerca sui tumori che colpiscono le donne. Domani 12 maggio, l’azalea della Ricerca di Fondazione Airc torna in 3500 piazze per raccogliere fondi. Non sono solo i 300 milioni di euro donati nell’arco di quattro decenni a dimostrare il peso di questa iniziativa nel modificare il decorso della malattia. L’impatto delle azioni di sostegno come quella di domani, che offre 600mila piante di azalea a fronte di un’offerta minima di 18 euro, si misura sulla qualità della vita e sul miglioramento delle terapie offerte alle pazienti.
Oggi molti sforzi sono concentrati nell’individuare nuovi sistemi di diagnosi precoce, per i tumori più difficili da scoprire. Tra questi, quello dell’ovaio che colpisce circa seimila donne in Italia ogni anno e rappresenta il 3 per cento circa di tutte le diagnosi di cancro. Promettente il lavoro del gruppo coordinato da Maurizio D’incalci, professore di farmacologia in Humanitas University, responsabile del laboratorio di Farmacologia Antitumorale in IRCCS Istituto Clinico Humanitas e ricercatore Airc: analizzando l’instabilità genomica, la condizione per cui il Dna di cellule normali si modifica aprendo al possibile sviluppo del tumore, ne studia la presenza nei tamponi utilizzati per il Pap test. La ricerca punta così a scoprire le alterazioni molecolari specifiche del tumore ovarico con anni di anticipo rispetto ai primi sintomi. Se gli studi prospettici confermeranno la validità di questo approccio, il Pap test verrà poi offerto su più larga scala.