Corriere della Sera - La Lettura

Caccia alla prima anomalia dell’universo

Oltre 400 scienziati si riuniscono a Roma con un sogno: costruire il più grande accelerato­re di particelle della storia

- Di GUIDO TONELLI

Guido Tonelli racconta l’impegno per realizzare la macchina che produrrà milioni di bosoni di Higgs

l’ostacolo in un’impresa ancora più ambiziosa.

Si pensa a una manovra a tenaglia per non lasciare scampo alla nuova fisica, ovunque essa si nasconda.

Costruire prima una macchina gigantesca, un accelerato­re di 100 chilometri per far collidere elettroni e positroni: una fabbrica di Higgs, per produrne milioni in condizioni sperimenta­li ideali e studiarne con precisione tutte le caratteris­tiche. Le nuove particelle, che spieghereb­bero la materia oscura o nuove interazion­i che ci porterebbe­ro alle dimensioni nascoste del nostro universo, potrebbero essere scoperte in maniera indiretta, attraverso le più incredibil­i misure di precisione dei parametri del modello standard che mai siano state concepite. E quando, analizzand­o i dati con grande cura, una ragazza indiana, o un post-doc cinese trovasse un’anomalia e misurasse la più piccola delle deviazioni, ecco che, di colpo, il bel castello di congetture, di cui siamo così orgogliosi, crollerebb­e in un istante e dovremmo abbandonar­e il modello standard per una nuova teoria più generale.

Si prevede poi una seconda fase: equi- paggiare lo stesso tunnel con magneti due volte più potenti di quelli di Lhc e usare fasci di protoni per raggiunger­e l’energia di 100 TeV. Se non basteranno le misure di precisione si passerà alla forza bruta: spingendo al massimo sull’energia si riuscirà a scoprire qualunque stato della materia che abbia una massa fino a qualche decina di TeV. Eccola qui la macchina dei sogni per ogni fisico sperimenta­le.

Il bosone di Higgs nasconde ancora molti misteri e ci può raccontare molto dell’universo materiale che ci circonda. Non solo non abbiamo spiegazion­i convincent­i per la materia oscura che tiene assieme le galassie o per la particella che ha scatenato quella crescita parossisti­ca originaria che chiamiamo inflazione. La questione della asimmetria fra materia e antimateri­a è tuttora uno dei misteri che non siamo riusciti a risolvere. Non c’è motivo di pensare che nel Big Bang si siano prodotte quantità diverse di materia e antimateri­a e sappiamo che se due specie così diverse entrano in contatto fra loro si annichilan­o in un lampo di luce. Perché allora l’una è scomparsa completame­nte ed è sopravviss­uta soltanto la materia ordinaria che occupa l’ universo intero?

Per decenni si è pensato che tutto fosse dovuto a una qualche differenza nel comportame­nto di materia e antimateri­a, ma i risultati ottenuti non sono conclusivi.

Una nuova ipotesi si è affacciata con prepotenza negli ultimi anni. Tutto potrebbe essere stato determinat­o da qualche dettaglio di quel momento magico della nostra esistenza in cui il bosone di Higgs ha preso il centro della scena e ha rotto quella perfetta simmetria che dominava l’universo primordial­e.

La nuova macchina da 100 TeV sarà lo strumento ideale per studiare il potenziale dell’Higgs lontano da quella posizione di equilibrio in cui riposa tranquillo fin dai tempi del Big Bang. Ci permetterà di osservare, per la prima volta, cosa è successo veramente in quel momento cruciale.

Sappiamo che il mondo materiale che ci circonda ha una specifica struttura che è stata definita in quell’istante. Ma come è veramente avvenuta quella transizion­e?

Con la nuova macchina ricostruir­emo in dettaglio, fotogramma per fotogramma, il film della nascita imperfetta delle cose. E forse scopriremo che il bosone di Higgs ha una leggerissi­ma preferenza ad accoppiars­i con la materia anziché con l’antimateri­a. Oppure che è stato determinan­te il modo con cui è avvenuta la transizion­e di fase. Tutto si è forse deciso quando si sono formate le prime minuscole bolle di quello strano vuoto in cui l’interazion­e debole si separava definitiva­mente da quella elettromag­netica. Alla superficie di queste bollicine in espansione rapida si può creare una leggerissi­ma asimmetria fra materia e antimateri­a. Se il passaggio di fase è molto rapido questo minuscolo difetto può sopravvive­re e diventare proprietà generale del tutto. Come quando si cresce un grosso cristallo e l’infinitesi­ma dislocazio­ne fra piani cristallin­i che interessa la prima aggregazio­ne di atomi si propaga all’intero cristallo che si estrae dal crogiolo di fusione.

Potrebbe essere questa la sottile imperfezio­ne da cui è nato tutto. Un’anomalia che dà origine a un universo materiale che può evolvere per miliardi di anni.

Per risolvere gli enormi problemi tecnologic­i del nuovo accelerato­re, per ridurre i costi di un’infrastrut­tura così ambiziosa e complessa occorrerà molto lavoro. Ci vorranno anni, forse decenni, ma si riuscirà a scrivere, prima o poi, un altro capitolo cruciale della nostra storia.

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