Corriere della Sera - La Lettura
Il gran défilé dei coleotteri
L’opera di tre studiosi nel Bellunese: colori smaglianti e forme bizzarre che intercettano la sensibilità di tanti artisti Trentacinque anni per raccogliere e fotografare 1.596 esemplari Quasi una performance nello spirito di Dürer, Cattelan & C.
Pronti a tutto: ai Musicanti di Brema di Cattelan (la sovrapposizione di un asino, un cane, un gatto, un gallo impagliati); alla Impossibilità materiale della morte nella mente di un essere vivente (curiosa definizione dello squalo data da Damien Hirst); a Heritage di Cai Guo-Qiang (un branco molto eterogeneo di animali della savana); alla serie Pix-Cell di Kohei Nawa (uno zoo di vetro). L’arte contemporanea propone da tempo sempre nuove versioni dei bestiari medievali (quelli raccontati da Michel Pastoureau in un saggio pubblicato da Einaudi nel 2012), affollati da creature fantastiche (una per tutte: il mirmicoleone o formica-leone del Physiologus), capaci di fornire insegnamenti morali. Una passione che ha prodotto una mostra come Becoming animal al Massachusetts Museum of Contemporary Art nel 2013. E che non ha trascurato nemmeno gli insetti, creature solo all’apparenza meno vistose, già immortalate da Albrecht Dürer (suo l’acquerello con lo scarabeo del 1505 al Getty Museum), Francesco Stelluti ( Melissographia, 1625), Wenceslaus ( Muscarum scarabeum, 1646), Robert Hooke ( Ant, 1665); Jan van Kessel ( Natura morta con frutta e insetti, 1679), Emile-Alain Seguy ( Insectes, 1926)...
Lo stesso Hirst dello squalo in formaldeide nel 2009 ha dato il via alla sua serie Entomology Paintings: centinaia di varietà di insetti, dalle farfalle alle coccinelle, immersi nello smalto lucido e disposti in modo da formare architetture coloratissime, che testimoniavano la grande passione di Hirst per la storia naturale e per quelle creature che, come ha più volte detto, «rappresentano più di ogni altra la fragilità della vita e l’iridescente bellezza della morte» (non a caso l’artista britannico si è ispirato alla Divina commedia, scegliendo per i suoi lavori nomi come Limbo, Inferno, Purgatorio o Acheronte).
Con questi presupposti non è difficile considerare il libro che Enzo Gatti, Marialuisa Dal Cortivo e Monica Sommacal hanno dedicato ai coleotteri, la famiglia più numerosa tra gli insetti, come qualcosa di molto simile a un catalogo d’artista. Sono 1.596 le specie trattate e fotografate una per una: un’incredibile sequenza di antenne, zampe, ali, occhi rudimentali. E soprattutto di coloratissimi esoscheletri appartenenti a creature dai nomi assai com- plicati: rosso rame per la Neocrepidopera crassicornis; blu iridescente per la Magdalis phlegmatica; verde e viola per la Calosoma sycophanta; cobalto con striature cangianti per l’Apteropeda orbiculata; arancio e azzurro con effetto martellato per l’Anthaxia nitidula; scarlatto per il Lapheros ruberos; giallo a pois neri per la Psyllabora vigintiduopunctata; totally black per il Darcus parallelopipedus; effetto pelliccia di astrakan per Smicronyx jungermanniae.
Nato dalla collaborazione tra il Corpo forestale dello Stato, l’Ufficio territoriale per la biodiversità di Belluno, le Riserve naturali di Vincheto di Celarda e Val Tovanel l a , i l Giardi no botanico del l e Al pi Orientali di Monte Faverghera (tutti nel territorio bellunese), il volume con le sue oltre 900 pagine nasce prima di tutto co-