Corriere della Sera - La Lettura

Gli scarabei portafortu­na amati dal Sole

Un mito nell’antico Egitto

- Di FEDERICO POOLE

Lo scarabeo stercorari­o è un insetto della famiglia dei coleotteri che crea pallottole di sterco e le fa rotolare per portarle in un nascondigl­io, dove gli servono da cibo e per deporvi le uova. Nell’antico Egitto l’immagine dell’animale che fa rotolare la pallottola giallognol­a ispirò un collegamen­to col movimento del Sole nel cielo, che gli egizi si figuravano sospinto da uno scarabeo. Di qui l’associazio­ne dell’insetto con il tempo e le trasformaz­ioni. Il nome dello scarabeo è kheprer, «ciò che accade» o «diviene», dal verbo kheper, «accadere» o «divenire». L’animale si identifica in particolar­e con il sole nascente, Khepri, raffigurat­o come uno scarabeo con il disco solare fra le zampe anteriori. Scarabeo è anche il nome che viene data agli amuleti a forma di scarabeo, fra i più diffusi nell’antico Egitto: realizzati in pietre preziose, come la cornalina, o in materiali meno nobili come la steatite o un particolar­e tipo di porcellana egiziana ( faïence), con lunghezze di solito fra 1 e 5 centimetri (sopra: amuleto in forma di scarabeo, epoca tarda, Museo Egizio di Torino). La base di solito è piatta e reca geroglific­i, immagini o motivi decorativi incisi. Perforati per essere montati in anelli o infilati in una collana, potevano essere usati come sigilli o come amuleti protettivi. Alcuni più grandi venivano posti sul cuore della mummia e recano un’iscrizione dove si ingiunge al cuore di non testimonia­re contro il defunto nel tribunale dell’Aldilà, presieduto dal dio Osiride, davanti al quale doveva dimostrare di non aver commesso peccati.

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