Corriere della Sera - La Lettura

Nostalgia, illusione, disorienta­mento Vasarely e i maestri dell’Optical

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Cercare illusioni è forse uno dei motivi che più di altri ci spingono ad amare l’arte. Lo sapevano bene gli autori che tra gli Anni Cinquanta e Sessanta hanno dato vita al movimento dell’Optical art — famoso al grande pubblico anche come Op art —, il cui obiettivo era provocare illusioni ottiche negli spettatori attraverso l’accostamen­to di linee e forme geometrich­e che producevan­o una sensazione di disorienta­mento (sopra: Victor Vasarely, Re. Na II A, 1968, particolar­e). Una ricerca condivisa anche dagli esponenti della Kinetic Art, corrente artistica con una lunga storia alle spalle che studiava e reinterpre­tava i meccanismi del movimento. Le due arti, entrambe sensibili al problema della percezione sensoriale, sono le protagonis­te della mostra Eye Attack. Op Art and Kinetic Art 1950-1970 al Louisiana di Copenaghen (www.louisiana.dk, fino al 5 giugno): esposte circa cento opere di oltre quaranta artisti, nelle quali l’utilizzo di materiali e tecniche industrial­i produce risultati senza tempo, combinazio­ne di nostalgia e fascino dell’attuale. ( marco bruna)

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