Corriere della Sera - La Lettura
La tartaruga di Bolle, la gradinata, la corsia E la signora Vittoria trova i biglietti impossibili
Si può credere che restare 7 ore al giorno dietro lo sportello della biglietteria di un teatro sia un lavoro noioso. Non per Vittoria Odino, bella signora cinquantunenne, che allo sportello del teatro dell’Opera Carlo Felice di Genova siede da 9 anni. Da quel punto di vista Vittoria, un’entusiasta del suo lavoro, risponde alle richieste più strane, originali, forse più ingenue. Si va dalla signora che vorrebbe un posto per lo spettacolo di Roberto Bolle «il più possibile vicino, per vedere bene la tartaruga» a chi chiede «la prima corsia» o il posto «in gradinata» o due biglietti per l’Andrea Rocher (l’opera di Umberto Giordano è in realtà l’Andrea Chénier) o per « Il Mostro di Notre Dame, mi sembra si chiami così: sa, io vado poco al cinema». Vittoria lo racconta non per irridere ma per sorridere, con affetto verso chi si avvicina al teatro con titubanza ma anche con aspettativa e desiderio. «Io sono felice — dice — quando posso e se mi è richiesto, dare un