Corriere della Sera - La Lettura
Il work in progress di Daniele Ninarello: mostriamo al pubblico che cosa facciamo
Nei muri di mattone è ancora impressa la sua prima anima. Qui, dalla metà dell’Ottocento, si lavavano i panni degli ospiti rinchiusi nel Regio Manicomio di Collegno (Torino), ricavato all’interno del secentesco complesso monastico della Certosa Reale. Dopo l’intervento di recupero del 2004, la Lavanderia a Vapore è stata adibita dalla Regione Piemonte a centro coreutico e per alcuni anni è diventata la sede del Balletto Teatro di Torino. Oggi è gestita dalla fondazione Piemonte dal Vivo che qui ha radicato, per il triennio 2015-17, un progetto di residenze coreografiche in cui si avvicendano artisti e compagnie. Tra di loro c’è l’autore-interprete torinese Daniele Ninarello, 33 anni (nella nostra foto sotto, mentre danza per «la Lettura»). «Sono cresciuto a Collegno — ci dice — e qui ho iniziato i miei studi e la mia carriera. Assistere alla nascita di una struttura come questa, vedere che la città riqualifica spazi e li mette a disposizione della danza, non solo per ospitare spettacoli ma come centro di ricerca e sviluppo, per me è un miracolo». Spiega: «Qui alla Lavanderia è nato Kudoku, il lavoro che ho realizzato con il musicista Dan Kinzelman per l’ultima Biennale di Venezia: per due settimane abbiamo lavorato otto ore al giorno nelle sale della stireria e ci siamo confrontati con il pubblico in un work in progress. Agli artisti ospiti della Lavanderia vengono infatti offerti una foresteria, un teatro, l’attrezzatura tecnica e la possibilità di fare sharing, mostrando a osservatori il proprio materiale in lavorazione: è quello che fa la differenza. In passato ho avuto esperienze di residenza in Belgio, Sud America, Nord America e, soprattutto, in Francia, ad Avignone e Grenoble, dove i centri coreografici sono attivi da anni. Finalmente ora l’Italia si sta allineando».