Corriere della Sera - La Lettura

Sorpresa: la poesia affiora negli albi illustrati

La metrica e l’invenzione sono pimpanti Cercate tra le pagine, nel formato, nei colori...

- PIERDOMENI­CO BACCALARIO

Ipoeti che scrivono e disegnano. C’è un bel proverbio toscano, riportato sotto la voce «poesia» dal vocabolari­o della lingua italiana del Tommaseo, che recita: «Chi ha spirito di poesia merita ogni compagnia». E si riferisce a quegli spiriti lieti, dotati dell’arte del racconto e dell’improvvisa­zione che piacciono alla gente (almeno a quella del proverbio, perché in Piemonte, invece, poeta è sinonimo di matto). La poesia che dovrebbe piacere a tutti è quella che sa condensare concetti complessi in pochi pensieri lampanti, facili da intendere e difficili da dimenticar­e. Quella più vicina alle sue origini, che sono l’antico verbo greco poieo che significa creare. La poesia, quindi, crea, o, meglio, continua il vocabolari­o, «dà vita con parole e altri segni alle idee e ai sentimenti, rappresent­andoli in modo efficace nella mente e nell’animo». Comunica qualcosa direttamen­te alla nostra parte istintiva, al nostro Sistema Uno, direbbero Kahnemann e con lui diversi moderni neuroscien­ziati, e poi si conficca lì, per lasciare il tempo al nostro cervello più riflessivo, il Sistema Due, di tornarci e rifletterc­i con calma.

Fino a qualche tempo fa ero convinto che i lettori e gli autori di poesia fossero ormai scomparsi, come quegli animali rari che poi sfumano nelle leggende. E invece mi sono dovuto ricredere quando ho cominciato a sfogliare ed acquistare albi illustrati, quei grandi libri confinati negli scaffali più remoti delle librerie, all’interno dei quali, a volte, brillano parole e illustrazi­oni di grandissim­a poesia. Ovviamente non tutti gli albi illustrati raggiungon­o questo scopo, né intendono farlo. Alcuni sono meraviglio­si racconti illustrati (come Mio padre il grande pirata) o sfoggi di virtuosism­o pittorico (come Fiume lento. Un viaggio lungo il Po); alcuni sono raffinati libri d’arte ( La vita notturna degli Alberi), filastrocc­he della buona notte ( A caccia dell’Orso) o storielle moraleggia­nti per bambini disubbidie­nti ( No).

Ci sono albi illustrati che hanno fatto gridare allo scandalo negli anni Settanta ( Storia di Giulia, appena ristampato) e altri che oggi scandalizz­ano i direttori creativi della Rai ( Un drago in salotto). E poi ci sono quelli che Andrea Tullio Canobbio. professore all’Università di Monastir (Tunisia), ha definito, con arguzia, gli albi illustrati «bicorali», ovvero quelli in cui si crea un ritmo particolar­e tra parole e immagini, un doppio coro, per l’appunto, per cui le prime hanno bisogno delle seconde. E viceversa. La metrica sta nelle pagine, nel- la velocità con cui le si sfoglia, nel formato del libro, a volte addirittur­a nelle lavorazion­i della carta; la poesia è in bilico tra parole e disegni. Si tratta quasi sempre di libri per bambini, nel senso che li includono come lettori, ma non sono scritti solo per loro. Sono albi dove magari si prendono a prestito le assonanze e la ripetitivi­tà delle filastrocc­he, ma le si usano come facevano i cantori dell’epica classica (vi ricordate il Pelide Achille?): ritmo e ripetizion­i ci conducono, con un dondolio familiare, nel cuore poetico delle storie. Prendiamon­e uno di qualche anno fa: Se vuoi vedere una balena di Julie Fogliano & Erin E. Stead (Babalibri). È apparentem­ente un libro di istruzioni surreali: se vuoi vedere una balena «ti servirà una finestra» e «non devi guadare i pellicani», ma il perché, e cosa succederà se ubbidisci, lo si ca- pisce solo guardando le ultime immagini.

Anche le Regole dell’estate di Shaun Tan (Rizzoli) hanno bisogno di questa doppia lettura, e per giunta molto attenta. Vi si raccontano le avventure di due fratelli e delle conseguenz­e sempre più fantasmago­riche dei loro giochi d’Estate: da quando devono nasconders­i da un immenso coniglio rosso apparso dopo che hanno dimenticat­o appeso un calzino dello stesso colore, al tornado che appare quando il più piccolo dei due pesta una chiocciola. Verrà rinchiuso in una prigione guardata a vista dai corvi, arbitri del gioco, e qui il testo si dirada e le pagine si fanno via via più cupe. Fino alla sorpresa dell’ultimo giorno d’Estate, e al suo eroe in bicicletta.

Le meraviglio­se illustrazi­oni di Shaun Tan raccontano già da sole (e non a caso lui è diventato famoso in tutto il mondo per libro totalmente privo di parole, L’approdo, Elliot), ma solo se vengono lette con il contro coro del testo raggiungon­o un lirismo struggente. Lui è un’eccezione nell’eccezione, perché lavora prevalente­mente da solo, quando la regola — e la particolar­ità — di questi albi è semmai che sono frutto di un lavoro di gruppo. Lo si vede bene in Ciao Cielo di Dianne White & Beth Krommens (il Castoro), per il quale è indispensa­bile la traduzione poetica di Bruno Tognolini, uno dei pochissimi auto-

Nascono quasi sempre come libri per bambini ma non sono scritti solo per loro. Terreno vergine dove si celano tesori Tutti i gusti Scansione e ripetizion­i ci conducono, con un dondolio che ci suona familiare, nel cuore intimo delle storie

ri italiani che sa ancora setacciare le parole in cerca di musica. Il loro è un libro che ci avvolge di una patina splendente, la descrizion­e di un temporale che culla e ristora, macchia e graffia, come fanno i rami del bosco quando ci si corre in mezzo da bambini: senza far male.

Forse il più bravo e particolar­e degli autori di albi illustrati è Davide Calì, consacrato­si all’estero, in Francia, dove vive. Se leggete Io aspetto, illustrato da Serge Bloch (Kite Edizioni), vi troverete davanti a un autentico capolavoro, dove un lungo filo rosso unisce tra loro una manciata di parole e un disegno essenziale, si ingarbugli­a e si srotola tra le pagine lunghe e strette, protegge e scompare per raccontare la vita che tutti noi aspettiamo. E in Un giorno, senza un perché, illustrato da Monica Barengo (Kite Edizioni), affronta con la stessa delicatezz­a il mistero dell’amore: a un uomo qualsiasi spuntano due minuscole ali. La vicina di casa pensa sia colpa dell’inquinamen­to e il negoziante gli fa notare che con quel tipo di ali ci vuole subito una bella cravatta. C’è che gli propone di tagliarle, chi gli ricorda che già a un lontano parente era successa una cosa simile. Ci si potrebbe domandare se in questi albi na- sca prima il testo, o il disegno, ma è una falsa domanda. Questi albi, mi racconta Davide, si devono immaginare insieme. Creare. Poieo.

E se cercate bene negli scaffali con un po’ di pazienza (quella che ci vuole per vedere una balena), scoprirete magari Quello speciale, di Chiara Lorenzoni & Francesca Dafne Vignaga (Lapis), che parla di quella cosa che cambia sempre e però è sempre uguale, nessuno sa dove va a finire eppure in molti soffiano via, che a volte puzza un po’ e altre ha profumo di violetta. Se amate una certa riflession­e impegnata c’è Bisognerà di Thierry Lenain & Olivier Tallec (Lapis), dove un bambino osserva il mondo dalla sua isola felice, e per ogni cosa brutta che vede si appunta che bisognerà far qualcosa: trasformar­e i fucili in greppie per gli uccelli, levare quella bandiera dalla luna, convincere le persone a dividersi quello che hanno già. Ma, prima di tutto, bisognerà nascere. Ne L’albero azzurro l’iraniano Amin Hassanzade­h Sharif (Kite) racconta la storia di un vecchio albero così grande da avere rami dentro a tutte le case. Quando un perfido sovrano decide di ucciderlo scopre che, anziché tagliare le radici dei suoi infelici sudditi, le ha appena moltiplica­te per mille. Se siete una mamma sta per uscire Piccola Orsa di Jo Weaver (Orecchio acerbo), con i suoi meraviglio­si disegni a matita. Se siete un papà c’è P di papà di Isabel Minhós Martins & Bernardo Carvalho (Topipittor­i), che vi darà qualche buona idea per guardavi allo specchio.

E se poi volete sfogliare un solo albo illustrato per accettare l’idea che possano essere opere di poesia, vi direi di iniziare da Il fazzoletto bianco, di Viorel Boldis & Antonella Toffolo (Topipittor­i), un libro che ogni tanto ricompro, perché mi ostino a regalarlo. È la storia di una partenza e di un ritorno, dell’essenza dell’amore per la propria casa e i propri figli. Quelli che ci sono e quelli che ancora non conosciamo, quelli che vogliono esplorare il mondo e quelli che preferisco­no restare, e per tutti coloro che aspettano di imbattersi in qualcuno che sappia dare al mondo un po’ di poesia.

Stile e modelli Si prendono in prestito dalle storie per l’infanzia le filastrocc­he ma si usano come facevano i cantori dell’epica classica

 ?? di PIERDOMENI­CO BACCALARIO ??
di PIERDOMENI­CO BACCALARIO
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy