Corriere della Sera - La Lettura

Dal Rocky Horror Show a quel palcosceni­co

- Di CLAUDIO BISIO

Ho recitato al Piccolo Teatro, ho riempito la sala. Ma è una storia che parte da lontano. L’epoca: a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Fu allora che frequentai la Civica scuola d’arte drammatica: non più formalment­e la scuola del Piccolo, portava con sé, fortissima, l’impronta del Teatro. Lì capii che valeva la pena rischiare tutto per questo sogno. Gli insegnanti venivano dal Piccolo: affrontai lo Svejk nella seconda guerra mondiale di Brecht con Gianfranco Mauri, la Commedia dell’arte con Renzo Fabris e Ottavio Fanfani (storici Brighella e Balanzone nell’Arlecchino di Strehler), Dostoevski­j e Pirandello con Franca Nuti. E poi i seminari: con Luca Ronconi sul Candelaio, con Virginio Gazzolo... Mi aiutò un saggio di canto. A Londra avevo visto un musical: The Rocky Horror Show. Rimasi fulminato. Comprai lo spartito e lo proposi come saggio di recitazion­e. Per fortuna c’era Luisa Tescari, la nostra anziana insegnante di canto, molto illuminata. Morale, saggio di canto: The Rocky Horror Show. La sera della prima venne a vederci un regista che con la sua cooperativ­a cercava attori per una versione rock del Sogno di una notte d’estate. Il suo nome era (ed è) Gabriele Salvatores. Mi presero. Il resto è storia, Piccolo compreso.

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