Corriere della Sera - La Lettura

Il turismo è il capitale, il Veneto la capitale

Tedeschi e americani guidano la lista delle nazionalit­à di viaggiator­i che scelgono l’Italia come meta per le vacanze (e il Nordest vince). Sono sempre di più e sono destinati a crescere: i dati dal 2013 e le tendenze 2016

- Di LUCA ZANINI

Siamo il Paese che vanta più siti Unesco al mondo: 51, più 2 del Vaticano, più San Marino. Abbiamo oltre 20 secoli di storia e vestigia. Un patrimonio paesaggist­ico vario e splendido. Eppure negli ultimi 7 anni il peso del turismo straniero sulla bilancia dei pagamenti in Italia non è aumentato tanto quanto altrove.

Sono cresciuti gli ingressi, del 48% in 15 anni, ma non altrettant­o gli incassi. Agli arrivi dall’estero aumentati, si è associata la contrazion­e della spe- sa dei turisti (e della durata dei soggiorni), tanto che tra 2008 e 2015 l’introito totale è passato «solo» da 32 miliardi e 90 milioni di euro a 35 miliardi e 556; la spesa pro capite è scesa da 1.035 euro a 676. In mezzo però, ci sono stati gli anni della crisi economica dopo il disastro subprime negli Usa.

È vero, eravamo i primi al mondo e non lo siamo più: ora davanti a noi ci sono, tra gli altri, Usa, Spagna, Cina e fino al 2015 ci batteva anche la Francia. Ma non vale la pena di continuare ad autocommis­erarsi, perché le cose migliorano. Complice la paura per il terrorismo che ha azzerato i viaggi verso alcune mete (in Francia sono crollati del 60% gli arrivi dagli Stati Uniti), il 2016 fa registrare un incremento di visitatori stranieri in Italia, tanto che alcuni istituti (come l’Iriss-Cnr di Napoli) si spingono a prevedere una crescita del 32% nei prossimi 10 anni.

La macchina dell’industria delle vacanze è ancora un motore rombante. E per quanti errori siano stati fatti in passato, gli stranieri continuano a venire in Italia. Numerosi e felici: il 49% si dice molto soddisfatt­o del soggiorno. Se le statistich­e 2015 del World Travel & Tourism Council erano «impietose» — eravamo scesi al settimo posto per contributo del turismo al Pil — nel 2016 si risale: Germania e Francia ma anche Emirati Arabi e Russia sono i Paesi in cui il prodotto Italia si vende meglio. E l’anno si è aperto bene, secondo l’Istat: nei primi 2 mesi gli arrivi sono cresciuti del 5,1%.

Dati che fanno sperare in un aumento del 3 o 4% di arrivi su scala annuale. Prospettiv­e confortant­i perché nella fascia alta, quella del turismo di lusso, il mercato migliora. E i protagonis­ti dell’economia lo sanno. Prova ne sono gli investimen­ti di compagnie internazio­nali: ultime Mandar in Orientale l’ olandese Europe Private Collection, che a Milano punta 37 milioni di euro su un nuovo 5 stelle. Quando si fanno analisi — occorre spiegare — bisogna segmentarl­e per fasce, perché è dannoso parlare di medie: quel che funziona per il turismo di base non funziona per i turisti più ricchi. Quelli che portano posti di lavoro e introiti che aumentano il Pil.

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