Corriere della Sera - La Lettura
Il viaggio di McCurry sfida tempo e spazio
Un giro del mondo per immagini Le fotografie di queste pagine
Oltre i confini del tempo e dello spazio: il viaggio di Steve McCurry che «la Lettura» propone nella prima parte di questo numero supera ogni limite tradizionale (fisico, mentale, sentimentale) per raccontarci un nuovo mondo antichissimo. Un mondo fatto di pietre che sembrano volti e di paesaggi umani segnati come letti di torrenti prosciugati; di alberi secolari che nelle loro sagome nodose ricordano vecchi contadini e di uomini che a loro volta si stagliano sullo sfondo di architetture più o meno naturali (la Gran Central Station di New York, l’onsen di Tsurunoyu in Giappone, le mura azzurre di Chefchaouen in Marocco, l’acquedotto di Padre Tembleque in Messico...). Si chiama Overseas Tour il viaggio in dodici tappe (qui ne presentiamo alcune) affidato da Vacheron Constantin — che in qualche modo prevede anche una nuova idea di tempo visto che si parla di una maison d’orologeria — a McCurry. Fotoreporter nato a Filadelfia nel 1950, diventato definitivamente celebre nel giugno 1985 grazie alla
Ragazza afghana sulla copertina del «National Geographic», McCurry oltrepassa gli spazi fisici della realtà: scale profonde che in qualche angolo del Rajasthan precipitano nel cuore della Terra, telescopi lanciati verso il cielo... Perché la storia di questo
Overseas Tour sembra la stessa di Sharbat Gula, la ragazza fotografata nel campo profughi di Nasir Bagh in Pakistan. Che qualche anno dopo McCurry sarebbe andato puntigliosamente a cercare, per ritrovarla vecchia e stanca, segnata nel viso e nella vita come ora gli uomini e le pietre di questo straordinario progetto.