Corriere della Sera - La Lettura
Convegni e dollari: la corsa al biotech
Molte questioni restano aperte, ma l’entusiasmo per le ricerche sulla riscrittura del genoma cresce in America. Il 22 agosto si è tenuto a Berkeley il quarto convegno annuale sul tema, organizzato dalla Innovative Genomics Initiative, un progetto per lo studio del cosiddetto editing del genoma lanciato nel 2014 da un filantropo di Hong Kong che ha i laboratori all’Università californiana e collabora con scienziati di altri atenei, da Stanford a San Francisco. Al centro delle ricerche c’è la tecnica CrisprCas9 che permette di aggiungere geni «buoni» e cancellare quelli «cattivi». I test sugli esseri umani non sono ancora iniziati, e non c’è una data prevista, ma intanto, accanto ai convegni, una serie di imprese sono nate per investire negli sviluppi terapeutici. Una di esse è Editas Medicine, con sede a Cambridge, in Massachusetts, che vuole commercializzare la nuova tecnologia per la cura di malattie genetiche: nel 2015 ha raccolto 120 milioni di dollari (tre volte i fondi di due anni prima) e tra i finanziatori ci sono Bill & Melinda Gates e Google. «Solitamente devi convincere la gente, ma in questo campo no: c’è grande entusiasmo. Però bisogna essere realistici sulla strada ancora da fare», spiega Katrine Bosley, direttore esecutivo di Editas. C’è chi è più interessato a progetti di editing del genoma di animali e piante, per esempio per sviluppare bestiame senza corna o coltivazioni resistenti ai parassiti. È il caso di DuPont, colosso dell’agricoltura, che si è alleato con un’altra azienda biotecnologica, Caribou Biosciences. Ma c’è anche chi punta già alla possibilità di sintetizzare l’intero genoma umano: in maggio scienziati, avvocati e filosofi si sono riuniti a Harvard, in un incontro riservato ai soli invitati, per discutere un’iniziativa chiamata Human Genome ProjectWrite. Sanno che le tecnologie sono ancora primitive e costose, ma l’obiettivo è partire lo stesso con progetti pilota.