Corriere della Sera - La Lettura
Così la carta diventa un’opera d’arte
Quella igienica di Elias, i ritratti di Picasso, gli studi di Raffaello Il supporto «povero» che ha reso democratici i capolavori
Forse non ci sarebbe neppure bisogno di esagerare come Anastassia Elias, pittrice e illustratrice parigina, che con i suoi Rouleaux (2009) ha trasformato i rotoli di carta igienica (consumati) in un’opera d’arte. Anche senza tanti eccessi, insomma, la carta resta un supporto fondamentale per la creatività e l’invenzione d’autore (basterebbe in fondo ricordarsi dei lavori di Kentridge, Hirschhorn e Kwon Young-Woo alla Biennale di Venezia 2015). Sia che si tratti di un papiro, di una pergamena, di una carta di gelso oppure di riso, di un foglio realizzato con i cascami del cotone. Sia che le sue origini si perdano nella Cina, nella Sicilia o nel mondo arabo. Un’importanza, quella della carta, che deriva da certi suoi particolari pregi: la duttilità, la capacità di assorbire tutto (l’acqua ma anche il colore), la relativa economicità (che tanto avrebbe affascinato Keith Haring). E quella sua consistenza che, ad esempio, sembra fare da degno complemento all’ukiyo-e, tecnica di stampa artistica su carta fiorita in Giappone nel periodo Edo (XVII-XIX secolo), fitta di cortigiane e lottatori di sumo, legata a grandi firme come Utamaro, Hokusai, Hiroshige.
Difficile, insomma, immaginare gli acquerelli di Canaletto e Winslow Homer, i disegni di Leonardo e Goya, le incisioni di Escher e Piranesi, le acquaforti di Rembrandt e Cy Twombly, i papiers collés di Picasso e i décollage di Mimmo Rotella senza pensare che sotto c’è una carta ogni volta diversa e ogni volta unica (per l’acquerello, ad esempio, viene di solito utilizzata una qualità ad alta percentuale di cotone, la cui fibra non si modifica a contatto con l’acqua).
La prima edizione di WopArt/Work on Paper Fair, la fiera internazionale interamente dedicata alle opere su carta in programma dal 2 al 5 settembre al Centro Esposizioni di Lugano, propone appunto un viaggio (una cinquantina le gallerie internazionali presenti con un ricco cartellone di mostre collaterali, conversazioni e incontri con l’autore) alla scoperta di un mondo di carta. Quella carta che ha letteralmente sedotto artisti come Bernardo Strozzi, Francesco Solimena, Giacomo Balla, Giosetta Fioroni, Marc Chagall, Hsiao Chin, Anthony Gormley (tra loro anche numerosi fotografi come Gian Paolo Barbieri, autore di uno stupefacente ritratto di Audrey Hepburn del 1969). Con un effetto immediato: la conferma che con la carta si possa fare (quasi) tutto, essere al tempo stesso toccanti come Giovanni Benedetto Castiglione che attorno al 1650 disegna un magnifico Vecchio con grande barba oppure pieni di una allegra poesia come Bruno Munari nel suo Negativo Positivo del 1996.
Dunque Anastassia Elias. Ritagliando dentro i suoi rotoli di carta igienica consumati scene di vita più o meno vissuta (la Torre Eiffel, i mulini a vento, gru, acrobati, ballerini) e illuminandoli con una luce soffu-
Si svolge a Lugano dal 2 al 5 settembre la prima edizione di WopArt/Work on Paper Fair Una selezione di gallerie internazionali espone lavori di tutti i periodi, dal disegno antico alla fotografia