Corriere della Sera - La Lettura
L’Italia dei luoghi che non sono qualsiasi
Fu Cesare Zavattini a coniare la teoria della «qualsiasità», cioè la possibilità di trovare cose interessanti da dire in qualsiasi luogo ci si trovi. Al fotografo Cesare Fabbri sono bastate le cassette di plastica colorate, quelle usate per la raccolta dei pomodori, accatastate contro il muro rossastro di un capannone, per trasformare con uno scatto un angolo desolato della campagna romagnola in un’opera d’arte. L’immagine (sopra) è esposta, insieme ad altre ottanta, nella mostra Qualsiasità, curata da Alessandro Dandini de Sylva, aperta a Palazzo Malaspina di Ascoli Piceno (fino al 25 settembre, fondazionemalaspina.org). La rassegna mette a confronto le indagini compiute sul territorio della Romagna dal 1984 a oggi, attraverso lo sguardo di sette fotografi. Cesare Ballardini, Cesare Fabbri, Jonathan Frantini, Marcello Galvani, Guido Guidi, Francesco Neri e Luca Nostri raccontano la provincia italiana tra Cesena e Ravenna passando per Faenza, Fusignano, Lugo e Massa Lombarda. (lauretta colonnelli)