Corriere della Sera - La Lettura
Tele sul pavimento e croccantini giganti: arte a misura di cani
Londra ha dedicato una mostra-installazione agli animali
L’arte? Fa bene a tutti. Anche ai cani. Ne è convinto il desig n e r b r i t a n n i c o Do mi n i c Wilcox, ideatore della prima mostra al mondo completamente dedicata agli animali domestici, realizzata a Londra e pensata come una versione canina della Tate Modern. Otto opere, tra installazioni interattive, video e illustrazioni, ispirate alle attività più amate dai cani e commissionate dalla c o mpag n i a d i a s s i c u r a z i o n i « More T h > n » n e l l ’a mbi to d e l l a c a mpag n a #PlayMore. Con un obiettivo: stimolare i proprietari a giocare di più con gli animali domestici per incrementarne salute fisica e benessere mentale. Ma se i classici consigli dei veterinari non bastano, come convincerli?
George Lewis, capo dipartimento della «More Th>n», non ha avuto dubbi coinvolgendo Wilcox, già noto per la creazione di oggetti di design particolari e giocosi — tra cui il casco da lavoro dotato di ruspa per raccogliere i cereali dalla confezione e versarli nel latte — e per il progetto «Inventors!» tramite cui ha trasformato 450 disegni di bambini in vere e proprie invenzioni, come il monopattino famigliare, a più posti, o la corda per saltare sostenuta da un paio di droni. Wilcox, però, non solo ha accettato la commissione e coinvolto, per realizzarla, un collettivo di cinque artisti, ma ha dichiarato: «È stata una delle sfide più interessanti affrontate nella mia carriera di artista, è grandioso aver creato una collezione unica di opere d’arte interattive per un pubblico totalmente nuovo».
Sono nate così due delle opere più apprezzate dai visitatori, umani e animali — stando, almeno, ai commenti su Twitter, postati con l’hashtag #PlayMore e corredati da foto e video di cani felici: Cruising Canine e Dinnertime Dreams. La prima è un simulatore di finestrino di auto aperto dal quale i cani possono affacciarsi per sentire il vento sul muso. Non solo. Il getto d’aria fresca proviene da un ventilatore gigante, giallo, contenente bistecche e scarpe da ginnastica usate, così da poterne diffondere l’odore pregnante nell’aria. Dinnertime Dreams, invece, è l’opera più amata da Robert White-Adams, il veterinario che ha seguito Wilcox e il team di designer e li ha consigliati affinché fornissero ai cani gli stimoli fisici e mentali più adatti e benefici. Su Twitter, con l’account @DrBobTheVet, ha postato una foto con il proprio cucciolo, mentre si rilassano alla mostra. Stesi, insieme, dentro l’installazione: una enor- me ciotola, larga tre metri, contenente palline simili per forma e colore ai più classici croccantini. Il pubblico, però, ha potuto anche ammirare Watery Wonder, opera composta da una serie di getti d’acqua zampillanti da una scodella di cibo all’altra per invitare i cani a inseguirli, o Catch, installazione multimediale che simula il movimento ripetitivo di un frisbee.
E se la natura immersiva delle opere è stata il carattere dominante della due giorni, il 19 e 20 agosto al 47 di Tanner Street — ogni installazione, secondo Wilcox, si completa proprio attraverso il coinvolgimento fisico e il gioco del cane —, i dipinti in mostra hanno avuto un’altra particolarità. Sono stati realizzati tenendo conto dello spettro visivo dei cani e sono stati esposti appoggiandoli al pavimento, all’altezza degli occhi dei quattro zampe.
Scent Satisfaction, per esempio, è un paesaggio boschivo dipinto con i colori che i cuccioli possono vedere meglio — grigio, giallo e blu — mentre Drumstick Park, illustrazione in cui gli alberi sono rappresentati come cosce di pollo, sostituisce elementi tipici dell’estetica umana con quelli più apprezzati dal pubblico della mostra.
L’esibizione, però, non è stata solo una sperimentazione artistica — Wilcox, per esempio, ha dichiarato: «L’arte contemporanea è fonte di ispirazione e di fascinazione per gli umani, mai prima d’ora è stata creata per stimolare lo stesso tipo di emozioni negli animali» — ma ha avuto un importante impatto educativo. Per gli umani, stavolta. La campagna #PlayMore, infatti, coglie un tema vero, analizzato anche da Emily Blackwell, dell’Università di Bristol, autrice di una indagine sulle abitudini quotidiane di quattromila cani e altrettanti padroni. La ricercatrice ha scoperto come all’aumentare del tempo trascorso giocando insieme corrisponda un sostanziale incremento del benessere dell’animale: diventa meno aggressivo, meno depresso e mostra minori segnali di ansia. Eppure, ha spiegato Blackwell a Channel 4, il 10% dei proprietari dedica al cane soltanto pochi minuti, tra un impegno e l’altro. Troppo poco. Per questo «More Th>n» ha chiesto agli umani di mantenere una promessa: passare un quarto d’ora al giorno in più giocando con il cane, all’aperto. Per la sua felicità non serve infatti Cruising Canine, ma basta una corsa con il padrone. L’unico, in fondo, che può fargli davvero bene.