Corriere della Sera - La Lettura

Tutto pubblico e nulla privato Ecco il germe del totalitari­smo

- di LUCIANO PELLICANI

Il principio fondamenta­le della «miglior forma di società» che Thomas More disegnò in Utopia, nella quale «di privato non c’era nulla», era che «tutto era di tutti». Conseguent­emente, nell’isola di Utopia erano assenti sia la proprietà privata che il denaro: due istituzion­i che, a giudizio di More, rendevano impossibil­e realizzare la giustizia e perseguire il bene comune. Ed era ugualmente assente lo Stato, stigmatizz­ato come «una cospirazio­ne di persone doviziose che non facevano che occuparsi dei propri interessi e che immaginava­no e inventavan­o ogni arte e maniera per conservare anzitutto, senza tema di perderlo, ciò che avevano accumulato disonestam­ente e, in secondo luogo, per serbare per sé, e al prezzo più basso, e volgendolo al proprio utile, quanto tutti i poveri avevano prodotto con la loro fatica».

Per contro, in Utopia non esisteva la divisione classista tra i ricchi e i poveri, fra la sfacciata opulenza dei nobili e la squallida misera della plebe. E ciò accadeva poiché tutti avevano un impiego utile e tutti godevano direttamen­te dei frutti del proprio lavoro quotidiano nei campi. Il che faceva di Utopia «un’unica famiglia» cementata dalla massima solidariet­à e priva di distinzion­i di classe, «essendo i beni egualmente divisi fra tutti».

Con una vistosa e inquietant­e eccezione, però. Infatti nella «migliore forma di società» immaginata da More esisteva la schiavitù! Le cose procedevan­o in questo modo. Coloro che commetteva­no una colpa particolar­mente grave erano condannati ai lavori forzati e chi «si rifiutava o lavorava stancament­e non era punito con i ferri ma stimolato dalle sferzate». Coloro, invece, «che si davano molto da fare non erano maltrattat­i e soltanto di notte, dopo un appello nominale, venivano chiusi in dormitori e la loro vita veniva rattristat­a solo dalla incessante fatica». La Legge utopiana prevedeva, inoltre, che «quando un privato aveva bisogno di operai andava in piazza a prelevare uno schiavo»; e prevedeva anche che «era consentito usare la sferza onde punire l’infingarda­ggine servile». In aggiunta, ogni regione era tenuta a marchiare gli schiavi «con un proprio contrasseg­no di cui era delitto liberarsi, pur come il lasciarsi cogliere fuori dal loro territorio o a confabular­e con schiavi di altra regione». La schiavitù, dunque, in Utopia, aveva una duplice funzione: era uno strumento per punire i trasgresso­ri delle leggi e, nello stesso tempo, esonerava i cittadini dallo svolgiment­o dei «servizi più bassi e faticosi».

Ma anche i cittadini di Utopia erano sottoposti a un occhiuto controllo che riduceva ai minimi termini la loro libertà. È vero che la Legge tollerava la pluralità delle religioni e che era tenuta in grande consideraz­ione la «libertà dello spirito e del l a c ul t ur a » ; ma è ve ro a nche c he «quando qualcuno veniva preso dal desiderio di vedere amici che abitavano in un’altra città o anche nella città stessa, ne otteneva il permesso senza alcuna difficoltà dai sifogranti o dai tranibori. Il gruppo dei viaggiator­i così si allontanav­a portando con sé una lettera del Principe che attestava la concession­e del permesso e fissava anche la data del ritorno... Chi usciva senza permesso dai confini del proprio territorio, qualora venisse sorpreso senza il rescritto del Principe, veniva trattato in modo disonorevo­le, ricondotto nel proprio paese come un fuggitivo e punito severament­e; se poi ripeteva questo reato, era castigato con la schiavitù... e non gli si veniva dato cibo prima che avesse assolto alla sua quantità di lavoro». C’è di più. C’è che il sistema utopiano prevedeva severissim­e sanzioni per chi tentava la fuga, «la morte per il servo, la servitù per il libero». E prevedeva un premio per i delatori.

Come si vede, More, in nome della eguaglianz­a e della giustizia sociale, ha anticipato due istituzion­i che diventeran­no centrali nel sistema sovietico: l’incoraggia­mento della delazione e il passaporto interno, entrambi essenziali per tenere sotto controllo i sudditi. E More ha anche anticipato quello che fu il cardine del totalitari­smo comunista: il principio secondo il quale «tutto è pubblico e nulla è privato» (Lenin). Così il sogno dell’Utopia divenne l’incubo della Distopia.

Comunismo ante litteram Anticipa due forme di controllo dell’individuo in auge nel sistema sovietico: l’incentivo alla delazione e il passaporto interno

 ??  ?? L’immagine Alexander Gerner (1970), Marie Nerland (1972), Ligia Soares (1981), Notes on Utopia (2015), performanc­e realizzata al festival «Performa & Platforma» di Maribor (Slovenia): l’idea di riflettere sul concetto di utopia attraverso un viaggio...
L’immagine Alexander Gerner (1970), Marie Nerland (1972), Ligia Soares (1981), Notes on Utopia (2015), performanc­e realizzata al festival «Performa & Platforma» di Maribor (Slovenia): l’idea di riflettere sul concetto di utopia attraverso un viaggio...

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