Corriere della Sera - La Lettura
Tutto pubblico e nulla privato Ecco il germe del totalitarismo
Il principio fondamentale della «miglior forma di società» che Thomas More disegnò in Utopia, nella quale «di privato non c’era nulla», era che «tutto era di tutti». Conseguentemente, nell’isola di Utopia erano assenti sia la proprietà privata che il denaro: due istituzioni che, a giudizio di More, rendevano impossibile realizzare la giustizia e perseguire il bene comune. Ed era ugualmente assente lo Stato, stigmatizzato come «una cospirazione di persone doviziose che non facevano che occuparsi dei propri interessi e che immaginavano e inventavano ogni arte e maniera per conservare anzitutto, senza tema di perderlo, ciò che avevano accumulato disonestamente e, in secondo luogo, per serbare per sé, e al prezzo più basso, e volgendolo al proprio utile, quanto tutti i poveri avevano prodotto con la loro fatica».
Per contro, in Utopia non esisteva la divisione classista tra i ricchi e i poveri, fra la sfacciata opulenza dei nobili e la squallida misera della plebe. E ciò accadeva poiché tutti avevano un impiego utile e tutti godevano direttamente dei frutti del proprio lavoro quotidiano nei campi. Il che faceva di Utopia «un’unica famiglia» cementata dalla massima solidarietà e priva di distinzioni di classe, «essendo i beni egualmente divisi fra tutti».
Con una vistosa e inquietante eccezione, però. Infatti nella «migliore forma di società» immaginata da More esisteva la schiavitù! Le cose procedevano in questo modo. Coloro che commettevano una colpa particolarmente grave erano condannati ai lavori forzati e chi «si rifiutava o lavorava stancamente non era punito con i ferri ma stimolato dalle sferzate». Coloro, invece, «che si davano molto da fare non erano maltrattati e soltanto di notte, dopo un appello nominale, venivano chiusi in dormitori e la loro vita veniva rattristata solo dalla incessante fatica». La Legge utopiana prevedeva, inoltre, che «quando un privato aveva bisogno di operai andava in piazza a prelevare uno schiavo»; e prevedeva anche che «era consentito usare la sferza onde punire l’infingardaggine servile». In aggiunta, ogni regione era tenuta a marchiare gli schiavi «con un proprio contrassegno di cui era delitto liberarsi, pur come il lasciarsi cogliere fuori dal loro territorio o a confabulare con schiavi di altra regione». La schiavitù, dunque, in Utopia, aveva una duplice funzione: era uno strumento per punire i trasgressori delle leggi e, nello stesso tempo, esonerava i cittadini dallo svolgimento dei «servizi più bassi e faticosi».
Ma anche i cittadini di Utopia erano sottoposti a un occhiuto controllo che riduceva ai minimi termini la loro libertà. È vero che la Legge tollerava la pluralità delle religioni e che era tenuta in grande considerazione la «libertà dello spirito e del l a c ul t ur a » ; ma è ve ro a nche c he «quando qualcuno veniva preso dal desiderio di vedere amici che abitavano in un’altra città o anche nella città stessa, ne otteneva il permesso senza alcuna difficoltà dai sifogranti o dai tranibori. Il gruppo dei viaggiatori così si allontanava portando con sé una lettera del Principe che attestava la concessione del permesso e fissava anche la data del ritorno... Chi usciva senza permesso dai confini del proprio territorio, qualora venisse sorpreso senza il rescritto del Principe, veniva trattato in modo disonorevole, ricondotto nel proprio paese come un fuggitivo e punito severamente; se poi ripeteva questo reato, era castigato con la schiavitù... e non gli si veniva dato cibo prima che avesse assolto alla sua quantità di lavoro». C’è di più. C’è che il sistema utopiano prevedeva severissime sanzioni per chi tentava la fuga, «la morte per il servo, la servitù per il libero». E prevedeva un premio per i delatori.
Come si vede, More, in nome della eguaglianza e della giustizia sociale, ha anticipato due istituzioni che diventeranno centrali nel sistema sovietico: l’incoraggiamento della delazione e il passaporto interno, entrambi essenziali per tenere sotto controllo i sudditi. E More ha anche anticipato quello che fu il cardine del totalitarismo comunista: il principio secondo il quale «tutto è pubblico e nulla è privato» (Lenin). Così il sogno dell’Utopia divenne l’incubo della Distopia.
Comunismo ante litteram Anticipa due forme di controllo dell’individuo in auge nel sistema sovietico: l’incentivo alla delazione e il passaporto interno