Corriere della Sera - La Lettura
Motel, turismo per tutti Sogno perduto d’America
Wildwood, New Jersey, era Las Vegas senza il gioco d’azzardo: un turismo per tutti. Non resta quasi nulla
Erano gli anni dell’atomica, della corsa allo spazio. Del rock and roll, di Ray Bradbury, della Chevy Bel Air. Era il Secondo dopoguerra, boom demografico ed economico, erano gli anni dell’estetica Googie: il movimento futurista che invase l’America con coffee-shop che sembravano astronavi — il primo, disegnato a West Hollywood nel 1949 da John Lautner, allievo di Frank Lloyd Wright. Uno stile oltre la parodia.
Sono di questo periodo il più antico Mcdonald’s in funzione (1953), la Tomorrowland di Disney (1955), il Theme Building dell’aeroporto di Los Angeles (1961). In tv c’erano I pronipoti, il cartone Hanna-Barbera sulla famiglia che si sposta col disco volante. Il Googie, ha scritto lo storico Alan Hess, rese il futuro accessibile a tutti. Non case su misura per ricconi — anche se poi arriveranno residenze come la Chemosphere (1960) — ma benzinai, autolavaggi e diner: i luoghi della vita quotidiana.
Lo chiamavano anche Populuxe, o Midcentury Modern, fu un fenomeno di portata nazionale. E fu a Wildwood, località balneare del New Jersey, che sorse la più alta concentrazione di motel. A centinaia tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, in quello stile super kitsch d’insegne al neon e piscine a forma di fagiolo, tetti asimmetrici e palme di plastica (oggi «albero» ufficiale).
Demoliti dagli anni Novanta per far posto ai condomini (solo tra il 2003 e il 2006 ne sono stati abbattuti più di 50), quei motel oggi rivivono nelle foto di Mark Havens, docente d’industrial design che qui ha passato tante estati e le ha raccolte in Out of Season: The Vanishing Architecture of the Wildwoods (Booth-Clibborn, pagine 226, $ 55). «Da ba mbino mi s e mbravano i namovibil i , montagne. Quando iniziarono a distruggerli parte di me morì con loro. Dieci anni fa decisi di fare qualcosa».
A contribuire al boom di Wildwood, l’ascesa della classe operaia e il completamento della Garden State Parkway, l’autostrada. Il risultato fu un turismo di massa, e un modello urbanistico pensato attorno all’automobile. Nomi come Galaxie e Le Sabre replicavano la narrativa nazionale di progresso. Le stanze con tv e aria condizionata, le auto in bella vista. Il futuro era già arrivato. E venivano Bill Haley, Frank Sinatra: Wildwood era Las Vegas senza il gioco d’azzardo. «La guerra lasciava il posto a un’era di gratificazione meritata», racconta Joseph Giovannini, architetto, critico candidato al Pulitzer e firma del saggio introduttivo. «Wildwood trasformò la missione socialista del razionalismo europeo in fantasia sociale. L’obiettivo: sentirsi ricchi insieme». Il Googie durerà vent’anni. Nel 1969 l’uomo avrebbe messo piede sulla Luna e tutto ciò che era stato eccitante apparve ordinario. Dei motel ne restano un centinaio, molti chiusi. Così, l’estate prossima perché non andare a Wildwood? Indietro, nel futuro.
Tv e aria condizionata, colori forti, piscine a forma di fagiolo e palme di plastica: ne vennero costruiti a centinaia negli Anni 50 e 60. Molti furono demoliti dopo i 90 per far posto a condomini. Ora rivivono nelle foto di Mark Havens