Corriere della Sera - La Lettura
L’INQUIETUDINE CAMBIA IL MONDO
«Nell’affresco sono una delle figure di sfondo»: così inizia Q, il romanzo del 1999 firmato dal collettivo Luther Blissett. La storia muove dalla lettura del diario di una spia nell’Europa del Cinquecento, fra intrighi di potere, guerre sanguinose e dispute teologiche. Al centro dell’affresco sono il Papa e l’imperatore, i cardinali e i principi; ai margini gli agenti, che «reggono l’intera geometria del quadro». Ritornano alla mente queste parole leggendo la biografia intellettuale di Alexandre Koyré (18921964), filosofo e storico della scienza di origine russa. L’Europa di Koyré non è più quella di Carlo V o Papa Paolo IV, né le guerre di religione possono essere paragonate ai conflitti del Novecento; e certamente Koyré non ha le caratteristiche negative dell’infido Q. Ma nello studioso francese (come in autori tipo Thomas Seget o Joachim Morsius, controparti reali di Q tra Cinque e Seicento) si riflettono le inquietudini del suo tempo. Un mondo che Koyré, con la sua opera di studioso e la sua continua attività di networking internazionale, ha contribuito a cambiare. Ebreo errante, protagonista dei dibattiti filosofici, uomo dai rapporti tormentati con la politica e la religione; autore, in particolare, di testi che hanno cambiato la nostra visione filosofica della scienza: la storia raccontata da Paola Zambelli in Alexandre Koyré in incognito (Olschki, pp. 312, € 32) sorprende e coinvolge. Peccato solo per una certa trascuratezza editoriale, specialmente nella riproduzione delle fonti originali, che non intacca comunque la narrazione di una vicenda umana come poche, insieme ai margini e al centro di un mondo in trasformazione.