Corriere della Sera - La Lettura

L’INQUIETUDI­NE CAMBIA IL MONDO

- Di STEFANO GATTEI

«Nell’affresco sono una delle figure di sfondo»: così inizia Q, il romanzo del 1999 firmato dal collettivo Luther Blissett. La storia muove dalla lettura del diario di una spia nell’Europa del Cinquecent­o, fra intrighi di potere, guerre sanguinose e dispute teologiche. Al centro dell’affresco sono il Papa e l’imperatore, i cardinali e i principi; ai margini gli agenti, che «reggono l’intera geometria del quadro». Ritornano alla mente queste parole leggendo la biografia intellettu­ale di Alexandre Koyré (18921964), filosofo e storico della scienza di origine russa. L’Europa di Koyré non è più quella di Carlo V o Papa Paolo IV, né le guerre di religione possono essere paragonate ai conflitti del Novecento; e certamente Koyré non ha le caratteris­tiche negative dell’infido Q. Ma nello studioso francese (come in autori tipo Thomas Seget o Joachim Morsius, contropart­i reali di Q tra Cinque e Seicento) si riflettono le inquietudi­ni del suo tempo. Un mondo che Koyré, con la sua opera di studioso e la sua continua attività di networking internazio­nale, ha contribuit­o a cambiare. Ebreo errante, protagonis­ta dei dibattiti filosofici, uomo dai rapporti tormentati con la politica e la religione; autore, in particolar­e, di testi che hanno cambiato la nostra visione filosofica della scienza: la storia raccontata da Paola Zambelli in Alexandre Koyré in incognito (Olschki, pp. 312, € 32) sorprende e coinvolge. Peccato solo per una certa trascurate­zza editoriale, specialmen­te nella riproduzio­ne delle fonti originali, che non intacca comunque la narrazione di una vicenda umana come poche, insieme ai margini e al centro di un mondo in trasformaz­ione.

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