Corriere della Sera - La Lettura

KING NON È HORROR: È TUTTO

- Di DEMETRIO PAOLIN

Esce in questi giorni il nuovo romanzo di Stephen King Fine turno ( traduzione di Giovanni Arduino, Sperling & Kupfer, pp. 478, € 19,90) mentre It, a cui il sito letterario Il primo amore dedica un convegno online, compie trent’anni. Potrebbe essere quindi il momento adatto per definire Stephen King fuori dai soliti pregiudizi. It è il giusto viatico per considerar­e King non tanto come scrittore di horror ma come l’inconsapev­ole — perché quando scrive sembra dimenticar­si che ci sia stato il Novecento — creatore del Grande Romanzo Americano. It può essere letto in molti modi, anche come una descrizion­e del lungo sogno americano che genera mostri ma è nella sua arcaica brutalità un setaccio che filtra le nostre ossessioni più recondite, che si sporca di tutte le paure del nostro tempo per mostrarcel­e così nuove e lampanti da sentirle eterne. Le pagine di It hanno modificato il nostro modo di intendere concetti come male, bene, adolescenz­a, morte e corpo. Inoltre con questo romanzo fluviale ci consegna una maschera, It appunto, che come i grandi personaggi (Amleto, Pinocchio, Achab) trascende il libro e diventa autonoma rispetto al testo. E se qualcosa si chiede alla letteratur­a è proprio questo portarci fuori dal solito, dal comodo per farci esplorare territori sconosciut­i, facendo diventare bello e desiderabi­le anche un luogo fangoso e terribile come una palude in cui un pagliaccio mostruoso e solitario s’aggira come un Dio.

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