Il senso del rock e quello della vita

Cosa c’è dietro una rockstar? Una madre e due zie italiane (duecento sessant’ anni in tre) con ancora oggi «una frenesia ad alto voltaggio stile fratelli Marx», sopravvissute ai tre rispettivi mariti irlandesi, alla guerra e alla fame. C’è un padre che ha combattuto in Europa, ha fatto l’operaio e ogni altro mestiere, e che il figlio, da quando era bambino, ha dovuto raccattare la notte nei bar dove si scolava bottiglie su bottiglie di Schlitz e Pabst Blue Ribbon con l’allegria di chi sorseggia cicuta, immerso in un «vago odore di birra, liquore, tristezza e dopobarba». E c’è una scuola cattolica (Albinati prenda appunti) dove ti punivano stringendoti la cravatta della divisa studentesca attorno al collo, stile garrota, o ficcandoti in un bidone dell’immondizia, «così la prossima volta impari!». Dietro una stella del rock c’è un grido, una sera del 1956 all’Ed Sullivan Show: « Ladies and gentlemen... Elvis Presley ». E The Pelvis, nonostante non lo inquadrino mai sotto la cintola, converte lo stesso sul colpo i ragazzi americani a una nuova fede, fatta di più amore, più sesso, più speranza e più verità. Alla religione della vita. Al rock’n’roll, in una parola. Dietro una rockstar c’è una surfista bionda, tossica e attaccabrighe che gli prende il cuore e ci balla sopra. E ci sono Bob Dylan, Woody Guthrie, Phil Spector, le storie gotiche di Flannery O’Connor, i noir di James M. Cain, il John Wayne di Sentieri selvaggi, il James Dean di Gioventù bruciata e «la tetra favola della Morte corre sul fiume, unica regia di Charles Laughton». E l’angosciosa sensazione che ogni giorno sia il giorno del giudizio universale. Dietro una rockstar c’è una moglie che gli dà tre figli e sa cantare accompagnata al pianoforte da Frank Sinatra e fa dire: «Che bel bocconcino!» a Keith Richards degli Stones, uno che le ha viste tutte e si è sniffato di tutto, comprese le ceneri del padre. Ladies and gentlemen... Bruce Springsteen. The Boss, di soprannome e di fatto.

Bruce Springsteen, 67 anni